Verso Mercurio, la missione BepiColombo in rampa di lancio

verso mercurio
(Foto: : ESA/ATG medialab; Mercury: NASA/JPL)

In partenza verso Mercurio.  Dopo la storica impresa di Mariner 10 e quella di Messenger, lanciata 10 anni fa dalla Nasa, una missione dell’agenzia spaziale europea è pronta a ripetere l’impresa. Il conto alla rovescia per la missione BepiColombo – la prima made in Europe in collaborazione con l’agenzia giapponese –  scatterà alle 3:15 di sabato 20 ottobre nella Guyana francese. Nell’attesa di questo storico evento, una guida in 7 punti per capire come e perché puntiamo nuovamente verso il più piccolo, interno ed inesplorato pianeta del Sistema solare.

1. Il lancio in diretta live

Sabato notte gli appassionati insonni potranno seguire il lancio in diretta, previsto per le ore 3:15, del razzo Ariane 5. che trasporta la sonsa. Neanche mezz’ora dopo il lancio è prevista la separazione della navicella e a seguire il dispiegamento dei pannelli solari. La missione entrerà nella fase di crociera tre giorni dopo il lancio.

2. Verso Mercurio, un viaggio lunghissimo e tortuoso

Per raggiungere Mercurio la sonda viaggerà per alucni anni: arriverà nel 2025 dopo aver percorso un totale di 9 miliardi di km. Il viaggio non sarà per direttissima: per arrivare dalle parti di Mercurio infatti la navicella madre compirà una serie di sorvoli ravvicinati (9 in tutto) sulla Terra, su Venere e su Mercurio stesso: si tratta di stratagemmi utilizzati per ottimizzare la traiettoria e il percorso della missione, non facile. Ma anche di un’occasione per studiare l’ambiente in prossimità della nostra stella e di dare un nuovo sguardo a pianeti come Venere.

Mercurio si trova molto vicino al Sole, in una zona ad alta irradiazione (che dovrebbe fornire energia ai pannelli, senza danneggiarli) e con una forte spinta gravitazionale (quella esercitata dalla nostra stella, che rischia di risucchiare tutto, motivo per cui sarà necessario decelerare a dovere una volta nei pressi). Questo insieme di condizioni ha reso necessario elaborare un percorso particolare, per cui sono state necessarie diversi simulazioni.

3. La sfida di un ambiente estremo

Il pianeta  mediamente orbita a 60 milioni di km dal Sole (noi ci troviamo a una distanza più che doppia), e quindi riceve dieci volte la radiazione solare che riceve la Terra. Sperimenta, quindi, temperature estreme, passando da -180°C a 450°C, e ha un’atmosfera (esosfera) debolissima. Tutto questo ha richiesto lo sviluppo di nuovi materiali, che potessero sopportare le condizioni estreme dell’ambiente mercuriano.

4. Due orbiter per Mercurio

I veri protagonisti della missione BepiColombo, responsabili delle osservazioni del pianeta, sono due orbiter custoditi all’interno della sonda: il Mercury Planetary Orbiter (Mpo), di fabbricazione europea, e iMercury Magnetospheric Orbiter (Mmo), giapponese. Fino all’arrivo nei pressi di Mercurio – a fine 2025 – le due sonde rimarranno all’interno della navicella Mercury Composite Spacecraft, alimentata da pannelli solari  e dotata di protezioni dal calore eccessivo. L’orbiter europeo si occuperà soprattutto di studiare composizione interna e la superficie del pianeta, all’Mmo spetta invece, l’analisi della magnetosfera di Mercurio.

5. Mercurio è ancora uno sconosciuto

Tutti gli strumenti a brodo degli orbiter – da spettrometri, telecamere, altimetri, tra gli altri – cercheranno nel loro complesso di elaborare un ritratto più accurato del pianeta rispetto a quello fornito alle precedenti missioniMariner 10  e Messenger , e, di rimando, conoscere meglio anche il Sistema solare. Cercheremo, per esempio, di capire com’è fatto il nucleo del pianeta (liquido, o solido, o entrambi), la struttura e le dinamiche della sua esosfera e della sua magnetosfera, le caratteristiche della sua superficie e del suo campo magnetico e la presenza o meno di attività geologica.

6. Il nome (e non solo) è italiano

La missione BepiColombo verso Mercurio è in parte anche italiana, a cominciare dal nome: Giuseppe (BepiColombo) era infatti un matematico e ingegnere italiano che oltre a studiare il piccolo pianeta contribuì anche a elaborare la traiettoria per raggiungere Mercurio sfruttando l’aiuto gravitazionale di Venere.  L’Italia però non è presente solo nel nome: diversi sono infatti i principal investigator italiani (dall’Inaf all’Università La Sapienza) che si occuperanno di gestire le attività degli strumenti che scruteranno Mercurio.

7. I primati

La missione BepiColombo verso Mercurio è la prima che porterà l’Europa verso il più interno dei pianeti solari. Ad arrivare da quelle parti sono stati finora, dicevamo, solo Mariner 10 e Messenger della Nasa, a distanza di decenni l’uno dall’altra (una nel 1974 e l’altra entrò in orbita intorno a Mercurio nel 2011). Inoltre BepiColombo sarà la prima a portare due orbiter intorno al pianeta.

Credits immagine di copertina: ESA/ATG medialab; Mercury: NASA/JPL

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