2019: le 10 persone più influenti nella scienza

2019
(Foto: ElasticComputeFarm via Pixabay)

Alla vigilia delle feste e quasi allo scadere dell’anno in corso, come da tradizione arrivano i primi bilanci, anche per la scienza. E come consuetudine ormai in attesa di conoscere quali sono state le scoperte scientifiche dell’anno secondo la rivista Science, la collega Nature pubblica la top10 delle persone più influenti per la scienza nel 2019, con dieci racconti che ripercorrono il loro contributo all’anno che sta per chiudersi. Chi sono? Cosa hanno fatto? E perché vengono ricordate in questo anno? Eccoli.

Ricardo Galvão, il fisico contro Bolsonaro

Un difensore della scienza. Così la rivista Nature presenta Ricardo Galvão, il fisico brasiliano salito agli onori della cronaca alla fine dell’estate per essere stato scalzato dal suo posto a capo del National Institute for Space Research (Inpe) di San Paolo dopo le polemiche sollevate dal presidente Jair Bolsonaro. Terreno dello scontro i dati che arrivavano dallo stesso Inpe e che dimostravano un picco nelle attività di deforestazione dell’Amazzonia. Secondo Bolsonaro quei dati scientifici sarebbero stati falsi. Gli ultimi disponibili, riporta Nature, mostrano come un’area più grande di Puerto Rico è stata spazzata via nell’ultimo anno, più del 30% rispetto a quello precedente, e dieci volte tanto quello del 2012. Ricardo Galvão entra nella top ten di Nature come una sorta di paladino per aver difeso il lavoro dell’Inpe e della scienza.

Victoria Kaspi, l’astrofisica che dà la caccia ai misteriosi fast radio burst

Il nome di Victoria Kaspi è legato a uno dei più grandi misteri astronomici: quello dei lampi radio veloci, meglio noti come fast radio burst, fenomeni che arrivano da lontano ma sulla cui natura e origine sappiamo poco. Kaspi, astrofisica presso la McGill University in Montreal, ha infatti avuto un ruolo di primo piano nella messa in opera del radiotelescopio Canadian Hydrogen Intensity Mapping Experiment (Chime), il miglior cacciatore di fast radio burst, secondo quanto scrive Nature. L’inclusione della scienziata nella lista della rivista è dovuta anche per aver sostenuto la formazione di nuovi scienziate e scienziati usando i premi di prestigiosi riconoscimenti per assumere giovani leve per il Chime.

Nenad Sestan, il ricercatore che mantiene in vita i cervelli

Il nome del ricercatore della Yale School of Medicine è invece legato a un ambito della ricerca che ha fatto molto discutere. Lo scienziato e il suo team negli ultimi anni sono divenuti piuttosto noti perché sono riusciti a tenere in vita cervelli di maiali fuori dal corpo degli animali. Una ricerca che, come atteso, ha richiesto e generato diverse discussioni non solo sul piano biologico ma anche bioetico, sollevando questioni inerenti il concetto di vita e morte. I prossimi passi della ricerca di Nenad Sestan saranno ora quelli di comprendere anche se la tecnica che ha permesso di raggiugnere questo risultato con i cervelli di maiali consenta di mantenere in vita anche altri organi, scrive Nature.

Sandra Diaz, l’ecologista che chiede un nuovo modello economico

“Abbiamo bisogno di un nuovo modello economico per la natura e per le persone”. Così l’ecologista Sandra Diaz ha commentato i dati allarmanti provenienti dal report dell’Intergovernmental Science–Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services (Ipbes), di cui ha coordinato i lavori. Secondo gli esperti più di un milione di specie sono a rischio di estinzione per colpa nostra. Senza radicali cambiamenti, che interessino appunto anche i modelli economici attuali, sarà impossibile arrestare il declino della biodiversità. “Non possiamo vivere una vita appagante, per come la conosciamo, senza la natura”, ha detto Diaz, da sempre, ricorda la rivista, impegnata sul campo in giro per il mondo, dalla sua America Latina, all’Africa, all’Asia, all’Europa.

Jean-Jacques Muyembe Tamfum, lo scienziato in primo piano da sempre contro ebola

Jean-Jacques Muyembe Tamfum combatte ebola da sempre, da quando venne descritta per la prima volta negli anni Settanta. Lo stesso Muyembe è annoverato tra gli scopritori del virus. Oggi, a distanza di più di 40 anni, è ancora al centro della lotta ad ebola e Nature lo ricorda non solo per il suo impegno passato per lo sviluppo di misure contenitive del virus, ma anche per quello sul fronte scientifico. Ebola infatti è una minaccia ancora importante, e lo dimostra l’attuale epidemia nella Repubblica Democratica del Congo (Dcr), la seconda peggiore della storia, che ha già causato la morte di oltre duemila persone. La ricerca portata avanti da Muyembe, che coordina anche la risposta a ebola nella DCR, è a capo anche di una sperimentazione clinica che ha mostrato le potenzialità di trattamenti a base di anticorpi nella lotta a ebola, specialmente se somministrati precocemente. La lotta a Muyembe contro a ebola è anche su un altro fronte: dopo aver auspicabilmente arrestato l’attuale epidemia, scrive Nature, il ricercatore spera di comprendere l’origine del virus, chiarendo quali sono i vettori animali della malattia.

Yohannes Haile-Selassie, il cacciatore dei nostri antenati

Un cranio vecchio di 3,8 milioni di anni che arriva dall’Etiopia, il primo mai scoperto appartenente ad Australopithecus anamensis, la specie più antica degli australopitechi. Un nostro lontano, lontanissimo parente, che sarebbe convissuto con un altro (famoso) membro del genere – l’Australopithecus afarensis, come Lucy – per circa 100 mila anni. Una scoperta questa che si deve al talento e all’impegno decennale di Yohannes Haile-Selassie del Cleveland Museum of Natural History in Ohio nel ricostruire le nostre origini.

Wendy Rogers e la sua lotta all’abuso di trapianti in Cina

Vi avevamo parlato di lei a inizio anno, esattamente per lo stesso motivo per cui oggi Nature la pone tra i personaggi di scienza più significativi del 2019. Wendy Rogers, bioeticista della Macquarie University di Sidney ed il suo team chiedevano il ritiro di centinaia di paper su trapianti d’organi condotti in Cina perché non era possibile determinarne l’origine degli organi o la presenza di consenso al trapianto. Da allora, riferisce oggi Nature, ci sono state circa due dozzine di ritiri da parte delle riviste. Il caso del prelievo di organi da prigionieri cinesi è noto da tempo e ha portato alla nascita di realtà come la International Coalition to End Transplant Abuse in China (Etac), di cui fa parte la Rogers.

Hongkui Deng. Crispr contro l’hiv

Hongkui Deng è un ricercatore dell’Università di Pechino, autore, lo scorso settembre di uno studio in cui dimostrata come l’utilizzo della tecnica Crispr per modificare le cellule staminali prelevate dal midollo osseo sia fattibile e sicuro. La modifica era stata fatta per rendere queste cellule, da trapiantare in un paziente con leucemia e hiv, resistenti al virus dell’hiv stesso, nel tentativo di replicare quanto accaduto con il paziente di Berlino. Le cellule modificate da Deng però sono state poche, e l’infezione nel paziente è rimasta, ma la procedura è stata giudicata sicura e secondo quanto riporta Nature il ricercatore è intenzionato a proseguire su questo filone di ricerca.

John Martinis e la supremazia quantistica

La notizia era stata ufficializzata lo scorso ottobre: un computer quantistico che batte un computer tradizionale, raggiungendo così la supremazia quantistica. Pochi minuti contro 10 mila anni: a tanto ammonterebbe il vantaggio del computer quantistico Sycamore – arrivato a quanto pare anche ad applicazioni pratiche – sui computer tradizionali nel risolvere un problema. Ultimo nome di quel paper oggi ricordato da Nature è John Martinis, ricercatore di Google e dell’Università della California di Santa Barbara.

Greta Thunberg, l’influencer dei cambiamenti climatici

Persona dell’anno per il Time, Greta Thunberg non poteva certo mancare nemmeno nella lista delle personalità che più hanno segnato questo 2019 nella scienza. Nature la include nella sua top ten soprattutto per la capacità che l’attivista svedese ha dimostrato di portare l’attenzione sul tema caldo dei cambiamenti climatici in un modo in cui finora gli scienziati non erano stati capaci di fare. E lo ha fatto, sappiamo, in maniera importante portandosi dietro anche uno stuolo di giovani come lei.

Via: Wired.it

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Credits immagine di copertina: ElasticComputeFarm via Pixabay

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