Per evitare gli effetti più catastrofici del cambiamento climatico, nel 2050 l’anidride carbonica emessa dalle attività antropiche dovrà essere pari a quella riassorbita dall’ambiente. E il bilancio dovrà andare “in negativo” per il resto del secolo. Questi i paletti posti dall’organizzazione di ricerca indipendente Worldwatch Institute, illustrati nel rapporto State of the World 2009, presentato ieri, 13 gennaio, a Washington.
Secondo i 47 scienziati che hanno lavorato alla stesura del rapporto, il picco nelle emissioni di CO2, principali responsabili del riscaldamento globale, si dovrebbe raggiungere entro il 2020. Per i successivi trenta anni sarà però necessario ridurle dell’85 per cento rispetto ai valori del 1990, arrivando a un sostanziale pareggio tra l’anidride carbonica immessa nell’atmosfera e quella assorbita dall’ambiente. Dal 2050 in avanti, invece, i climatologi del Worldwatch Institute auspicano un bilancio negativo, in cui la CO2 assorbita prevalga su quella emessa.
In questo scenario, sostiene la maggior parte gli esperti, sarebbe possibile mantenere l’incremento di temperatura globale entro i 2 gradi centigradi rispetto ai valori precedenti alla Rivoluzione Industriale (alcuni ritengono, però, che anche una riduzione così drastica non sarebbe sufficiente per limitare gli effetti del cambiamento climatico).
Pianificazione a lungo termine, soluzioni tecnologiche innovative e un forte ricorso alle energie rinnovabili sono le parole chiave del rapporto. Anche il sistema del mercato delle emissioni, in base al quale viene stabilito un limite di emissioni di CO2 per ciascun paese , continua a essere considerato uno strumento utile (vedi Galileo).
Fondamentale, inoltre, la cooperazione a livello globale, ma per le prossime strategie mondiali contro il riscaldamento si dovrà attendere la Climate Change Conference delle Nazioni Unite, prevista per dicembre 2009 a Copenhagen.
Come si pone intanto l’Italia sul fronte della riduzione della CO2? Certamente non brilla. Secondo il Climate change performance index 2009, presentato lo scorso 10 dicembre dal German Watch, siamo passati dal 41esimo al 44esimo posto della classifica dei 57 stati con maggiori emissioni, dietro a India e Brasile. (a.g.)
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