Alla scoperta delle Alpi

Werner BätzingLe Alpi. Una regione unica al centro dell’EuropaBollati Boringhieri, 2005pp.485, 70 euroStanno per iniziare le Olimpiadi invernali a Torino. Oltre che un evento sportivo, anche un modo per vivere in modo intenso le montagne alpine. Questo volume fa da ideale compagno di viaggio per il turista che vuole comprendere lo scenario in cui i giochi olimpici 2006 avranno luogo. Uno scenario maestoso, quello alpino, che da sempre richiama immagini di montagne imponenti e vallate profonde, di boschi e rocce scure verso il cielo. Come giustamente mette in evidenza l’autore, il timore che incutevano queste montagne era tale solo per chi viveva lontano da esse. In realtà, già al tempo dei Romani le Alpi erano parte integrante della vita di molti: prodotti agricoli (come i formaggi) o punto obbligato di passaggio per alcune strade (relativamente confortevoli). Tuttavia era la vita cittadina che costituiva il metro di valutazione, e quindi le Alpi, lontane e soggette a condizioni ambientali estreme, erano considerate in modo negativo: un’attitudine persistente, durata fino a metà del XVIII secolo. In questo periodo la natura assume un nuovo ruolo, e diventa luogo salubre e esteticamente stimolante: la natura non fa più paura, soggiogata dalla tecnica della Rivoluzione industriale, e quindi le Alpi – così come il mare e i paesaggi naturali nel loro complesso – diventano finalmente “belli”.Da allora per le Alpi è iniziata una nuova era, una vita fatta non solo di agricoltura ma soprattutto di turismo, che ha finito per cambiare significato alla montagna stessa: essa non è più la protagonista del viaggio, ma viene relegata sempre di più al ruolo di sfondo per attività sportive sempre più estreme.Chi invece vuole restituire centralità alle montagne alpine trova in questo libro un prezioso alleato. Bätzing ricostruisce tutte le vicende passate delle Alpi, sia quelle di lungo periodo (la geologia delle Alpi è affascinante) che quelle del tempo storico: dai primi insediamenti fino allo sfruttamento turistico contemporaneo, dettagliando nel profondo ogni passaggio. Una lettura decisamente istruttiva, soprattutto di qua dalle Alpi. Infatti, l’andamento demografico mostra che sul versante italiano negli ultimi due decenni le montagne si sono andate spopolando a ritmi abbastanza intensi, nonostante un afflusso turistico moltiplicato. Al contrario, negli altri paesi alpini la popolazione delle zone di montagna è tendenzialmente cresciuta. Questa disparità è anche il frutto di politiche differenti da paese a paese: la Francia per esempio ha approvato nel 1985 la “Loi montagne” che punta “a rafforzare le regioni alpine francesi come spazio sociali ed economici multifunzionali” (p.397). In Italia invece l’aspetto economico è assolutamente prioritario rispetto al resto, con il risultato spesso di svilire l’ambiente montano a materia prima, uno spazio a disposizione delle metropoli che crescono vicino alle Alpi. Una concezione, questa, che è spesso criticata in nome di un “rifiuto della modernità” che vorrebbe le Alpi come uno spazio tradizionale chiuso. Entrambe queste visioni sono incompatibili con uno sviluppo sostenibile della grande regione alpina, che la faccia diventare uno spazio autonomo ma non isolato, capace di mantenere la propria peculiarità entrando in relazione con lo spazio europeo che ne è diventato l’orizzonte.Difendere le Alpi è una delle sfide per l’Europa futura: una sfida allo stesso tempo culturale e ambientale, per preservare caratteri unici al mondo. Le Olimpiadi probabilmente non sono il miglior esempio di sostenibilità, ma speriamo che almeno riescano a far avvicinare il grande pubblico a un ambiente complesso e affascinante.

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