Le api e le farfalle sono sempre più in pericolo

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La progressiva scomparsa degli insetti, in particolare degli impollinatori, è un grave problema e se non riusciamo a invertire questa rotta, ossia evitare la loro estinzione, le conseguenze potrebbero essere davvero catastrofiche. Sappiamo, infatti, che la distruzione del loro habitat, l’uso di pesticidi e molte altre azioni antropiche sono responsabili dell’enorme diminuzione degli insetti negli ultimi decenni. Ma non solo: secondo una nuova ricerca del servizio forestale del Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti e appena pubblicata sulla rivista Current Biology, anche nelle foreste, quelle più remote e quindi meno intaccate dall’essere umano, alcune popolazioni di api e farfalle sarebbero in forte declino.


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Api a rischio estinzione

Come vi abbiamo già raccontato, secondo recenti dati del Wwf ben il 40% delle specie di insetti impollinatori al mondo è a rischio estinzione. Un dato davvero preoccupante se si considera che circa il 90% di tutte le piante selvatiche con fiore e circa l’80% delle piante produttrici di cibo e di prodotti per il consumo umano dipendono da questi insetti. In altre parole, dagli insetti impollinatori dipende il 35% della produzione agricola. “Un’estinzione silenziosa che mette a rischio la biodiversità globale, ma anche la nostra capacità di produrre cibo in maniera naturale”, ha affermato il Wwf. Stando ai dati di un’altra ricerca, inoltre, il tasso di estinzione di questi animali è 8 volte superiore a quello di mammiferi, uccelli e rettili.

Api e farfalle in calo

Il nuovo studio si è focalizzato su tre aree boschive nella foresta nazionale di Oconee, nel nord della Georgia (Stati Uniti), tutti luoghi relativamente indisturbati dagli esseri umani e considerati per questo un rifugio per la biodiversità. Dalle osservazioni e dalle successive analisi è emerso che negli ultimi 15 anni, ossia dal 2007 al 2022, il numero di specie di api è diminuito del 39%, mentre le popolazioni di api sono calate del 62,5% e quelle delle farfalle del 57,6%. Il motivo di questa forte diminuzione, sottolineano i ricercatori, sono ovviamente i cambiamenti climatici che alzerebbero le temperature medie, influenzando la sopravvivenza di questi impollinatori.

Clima e specie invasive

Tuttavia, la colpa potrebbe essere anche di alcuni insetti invasivi, soprattutto per quanto riguarda il declino delle api carpentiere e tagliafoglie, che nidificano negli steli cavi, sotto la corteccia o all’interno del legno in decomposizione. Queste specie, come sottolinea la ricerca, sono state le più colpite, forse perché altri insetti invasivi possono essere entrati in competizione per i siti di nidificazione, vincendo. “I nostri risultati suggeriscono che il forte calo degli impollinatori potrebbe non essere limitato alle aree che subiscono disturbi antropogenici diretti”, si legge nello studio. “Le possibili cause includono l’aumento delle temperature minime medie annuali vicino ai siti di studio, nonché una formica invasiva che nidifica nel legno e che è diventata sempre più diffusa e abbondante nella regione nel corso di questo studio”.

Via: Wired.it

Credits immagine: TerriAnneAllen/Pixabay