Avocado, attenti alle calorie

Con qualche anno di ritardo rispetto al vecchio continente, è vero. Ma oggi anche le tavole italiane, tradizionalmente conservatrici, stanno aprendo le porte a frutta e verdura tropicale: un mercato che lo scorso anno viaggiava sui 650 milioni di euro di fatturato. Un caso su tutti? L’avocado: dall’aprile 2016 le vendite hanno registrato un aumento record, raggiungendo all’aprile di quest’anno un +37,2%. Il merito di tanto successo? È nutriente e salutare, certo. Ma soprattutto trendy, visto che su blog, riviste e programmi di cucina continuano a moltiplicarsi le ricette a base di avocado: dalle più classiche, ed esotiche, a quelle che sperimentano il frutto in compagnia di ingredienti e sapori della cucina italiana. Una moda inarrestabile dunque, ma anche giustificata?

Il ricettario
È sufficiente qualche minuto su Instagram o su Facebook per imbattersi nelle ultime novità culinarie della stagione. Toast con pomodori, feta, uova o fragole. Tartare di salmone con pomodorini.

Brownies, cheescake, ma anche paste italianissime con asparagi o zucchine. Tutte accompagnate, ovviamente, dall’immancabile avocado. Ma si può usare anche come condimento per hamburger o panini vari, per arricchire un’insalata, o come ingrediente principe del più classico dei guacamole. Le possibilità sembrano insomma infinite, perché la consistenza cremosa si sposa con le preparazioni più diverse, il gusto neutro va d’accordo con ogni pietanza, e la novità ce lo rende irresistibile.

E poi, ovviamente, vanta proprietà nutrizionali da autentico super-cibo.

Omega-3 e calorie
Un avocado ben maturo fornisce fibre, pochi zuccheri, vitamine A, C, E, K. È ricco di grassi, ma di quelli buoni: i famosi omega 3 presenti nel pesce e nell’olio di oliva. Si tratta quindi di un alimento molto ricco dal punto di vista nutrizionale, e per questo rappresenta effettivamente un’aggiunta salutare alla nostra dieta, a patto di conoscerne anche i lati negativi. “Anche se si tratta di un frutto, non andrebbe scambiato con pesche o albicocche – avverte Laura Rossi, specialista di nutrizione del Crea, Centro ricerca alimenti e nutrizione – va considerato piuttosto come le olive, un vegetale benefico ma ricco di grassi. Grassi vegetali, con elevato contenuto di Omega-3 e privi di colesterolo, certo, ma che lo rendono comunque un alimento estremamente calorico”. Una pesca – spiega l’esperta – contiene 50 calorie per 100 grammi. Il pesce, altra fonte importante di Omega-3, circa 70. La stessa quantità di avocado raggiunge invece le 250 calorie, e va quindi maneggiata di conseguenza.

Non è un cibo per tutti
Adulti e ragazzi normopeso, in salute, che fanno esercizio fisico, non hanno bisogno di particolari raccomandazioni. Se non, come accennato, quella di non considerarlo come un frutto di cui ci possiamo abbuffare senza conseguenze. Visto il profilo calorico l’avocado va consumato senza esagerare, preferibilmente da solo (con un po’ di olio e sale) o in insalata. Se aggiunto ad altri piatti infatti fornisce ovviamente tutte le sue sostanze benefiche, ma porta con se anche le calorie: un hamburger con salsa guacamole, bacon e formaggio inizia a diventare un’autentica bomba calorica. Non bisogna scambiare insomma dolci, panini e toast all’avocado per cibi dietetici, o particolarmente salutari.

Raccomandazione ancor più importante nel caso di persone obese, sovrappeso o chiunque stia cercando di perdere qualche chilo di troppo: in questo caso – assicura l’esperta – molto meglio guardare al pesce come alimento che aiuta a raggiungere il nostro fabbisogno di Omega-3.

La questione ambientale
La passione per l’avocado comunque continua a crescere. Non solo nel nostro paese, ma anche in mercati miliardari come quello cinese. E la domanda fuori controllo spinge ovviamente all’aumento dei prezzi (quest’anno quelli messicani sono raddoppiati, raggiungendo il prezzo record di 28 dollari a cassetta), e si riverbera anche sull’ambiente. L’avocado richiede spazio e molta acqua per essere coltivato, e in secondo diverse agenzie non governative il boom sta provocando un’intensa deforestazione nelle aree produttive dell’America Latina. Nello stato messicano di Michoacan, il cuore della produzione nazionale di avocado, l’Ong Gira stima che la deforestazione aumenti a un tasso del 2,5% ogni anno, spinta soprattutto dalle colture di avocado e orchestrata in molti casi dai grandi cartelli della droga messicani.

Ma non tutti gli avocadi devono venire per forza dai paesi sudamericani: Messico, Repubblica domenicana, Colombia e Perù restano i maggiori produttori del mondo, è vero. Ma anche il clima di alcune regioni italiane permette di coltivare questi frutti in condizioni ottimali. In particolare in Sicilia, dove è possibile trovare ottimi avocado a chilometro zero. Con un po’ di fortuna, s’intende, visto che la produzione non raggiunge certo le quantità dei grandi produttori stranieri. Come ogni cibo, insomma, anche per l’avocado esistono pro e contro. Cosa fare? La cosa migliore è considerarlo per quello che è: un cibo salutare, che può fornire importanti nutrienti alla nostra dieta, ma senza esagerare. Un po’ per il nostro girovita, e un po’ per la salute del pianeta.

Via: Wired.it

Simone Valesini

Giornalista scientifico a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. Laureato in Filosofia della Scienza, collabora con Wired, L'Espresso, Repubblica.it.

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