Salute

Coronavirus: l’effetto di un colpo di tosse nella corsia di un supermercato

Quanto può far male un colpo di tosse ai tempi del coronavirus? Una simulazione 3D della diffusione delle famose goccioline che trasportano il patogeno in una corsia di un supermercato, realizzata da ricercatori finlandesi, ha destato parecchio scalpore sia tra i semplici cittadini sia all’interno della comunità scientifica. Ma accade veramente così nella realtà?.

La diffusione

Il pericolo (nel video le palline giallastre ovvero le droplet inferiori ai 20 micrometri) si diffonde rapido lungo il corridoio, investe gli scaffali, invade anche le corsie confinanti. In base alle caratteristiche fluidodinamiche tipiche dei colpi di tosse e della ventilazione degli ambienti interni, stando ai calcoli del supercomputer, la nube ci mette diversi minuti a diluirsi e disperdersi all’interno del supermercato.

Impressionante. E anche un po’ spaventoso se ci si immedesima nella figura umana nella corsia limitrofa che viene avvolta dalle goccioline potenzialmente infette mentre continua ignara la propria spesa.

Sebbene la simulazione renda evidente a tutti l’utilità delle raccomandazioni dell’Oms (in particolare tossire e starnutire all’interno del gomito o in un fazzoletto usa e getta) e, sì, magari anche dell’uso corretto delle mascherine, a detta degli stessi ricercatori finlandesi il modello dovrebbe essere preso cum grano salis: va perfezionato.

La carica virale

Tra gli esperti di malattie infettive c’è chi ha fatto notare, inoltre, che il modello mostra la diffusione delle goccioline ma non dice nulla sulla sua carica virale in relazione alla posizione e al tempo trascorso. Una persona – ricordiamo – per contrarre il virus deve venire a contatto con una certa dose di patogeno ed è molto più probabile che ciò avvenga se si trova in prossimità di un individuo infetto mentre parla, starnutisce o tossisce. Per questo è importante mantenere una distanza di almeno un metro l’uno dall’altro.

Foto di Anastasia Gepp da Pixabay

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Mara Magistroni

Nata e cresciuta nella “terra di mezzo” tra la grande Milano e il Parco del Ticino, si definisce un’entusiasta ex-biologa alla ricerca della sua vera natura. Dopo il master in comunicazione della scienza presso la Sissa di Trieste, ha collaborato con Fondazione Telethon. Dal 2016 lavora come freelance.

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