Un video mostra la pioggia di goccioline emesse quando parliamo

goccioline

Quando parliamo, anche se non ce ne accorgiamo, spesso “sputacchiamo”, emettiamo goccioline di saliva di varie dimensioni (le tanto temute droplet), che costituiscono la principale via di trasmissione del nuovo coronavirus. Motivo per cui si rende necessario il distanziamento fisico tra le persone e in determinate circostanze anche l’uso della mascherina, sempre insieme al lavaggio frequente delle mani. A mostrare quanto possa essere pericolosa una innocente chiacchierata con il vicino di casa è un nuovo video appena pubblicato sulla rivista The New England Journal of Medicine: realizzato dai ricercatori dei National Institutes of Health, il filmato svela l’incredibile quantità di goccioline che emettiamo semplicemente parlando, senza bisogno di starnuti o colpi di tosse.

Una pioggia di goccioline

Il video, spiegano i ricercatori, mostra le goccioline emesse dalla bocca di un volontario a cui è stato chiesto di pronunciare la frase “stay healthy” (stai in salute) a diversi volumi di voce. Realizzato con la tecnologia laser, che permette appunto di filmare le goccioline sospese nell’aria, il video rivela la quantità di droplet fuoriuscita dalla bocca del parlante: 347 goccioline a voce alta e 227 a voce più bassa per ogni fermo-immagine. Una quantità notevole che però diminuisce significativamente quando il volontario pronunciato la stessa frase con la bocca coperta da un panno umido.

Il test, osservano i ricercatori, conferma la raccomandazione dei Centers for Disease Control and Prevention americani di indossare la mascherina, anche di stoffa, realizzata in modo artigianale, quando si esce dalla propria abitazione. Infatti, chi ha contratto il virus ma non si è ancora ammalato, ovvero è asintomatico, potrebbe comunque avere una carica virale sufficiente per infettare altri. Indossando una barriera meccanica sulla bocca, quindi, può ridurre il rischio di trasmettere il virus, contribuendo così anche se in minima parte a fermare il contagio.

Mascherina sì, ma attenti al falso senso di sicurezza

Il laser utilizzato nel video mostra particelle tra i 20 e i 500 micrometri (per confronto: la larghezza di un capello umano è di circa 75 micrometri). Tuttavia, noi emettiamo anche goccioline molto più piccole quando parliamo e respiriamo. E i ricercatori hanno osservato che particelle inferiori a 20 micrometri si comportano diversamente da quelle più grandi, che tendono a cadere: rimangono sospese nell’aria più a lungo e probabilmente sono molto più numerose di quelle mostrate nel video. Tuttavia, avvertono i ricercatori, sappiamo ancora troppo poco e servono altre ricerche per comprendere il comportamento delle goccioline in una gamma più ampia di dimensioni e capire come mitigare la diffusione del nuovo coronavirus nei modi più efficaci.


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Il video, avvertono i ricercatori, non suggerisce in alcun modo che coprirsi la bocca con una mascherina sia sufficiente di per sé a evitare la diffusione del coronavirus. E ricordano che la maggior parte dei tessuti utilizzabili per realizzare le mascherine di stoffa a casa, come per esempio il cotone, ne filtra solo una parte. E anche se è meglio di niente, bisogna tenere bene a mente che non è un muro impenetrabile. Anzi. È per questo motivo che serve sempre il buon senso e un rigoroso rispetto delle regole e delle raccomandazioni, tra cui quella di lavarsi accuratamente le mani con acqua e sapone e di mantenere la distanza di sicurezza gli uni dagli altri di almeno un metro.

Riferimenti: The New England Journal of Medicine

Credits immagine di copertina: Marisa_Sias/ Pixabay

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