Stiamo sottovalutando il rischio che la Corrente del Golfo collassi in un futuro non troppo lontano, già entro la fine del secolo. È quanto possiamo concludere da un nuovo studio, pubblicato su Science Advances, che non solo conferma alcune delle più pessimistiche previsioni, ma afferma anche di aver individuato un sistema di allarme che potrebbe almeno dare all’umanità la possibilità di prepararsi agli inevitabili stravolgimenti climatici.
Cosa c’è da sapere sulla Corrente del Golfo
La Corrente del Golfo, che fa parte di un sistema di correnti più grande e complesso che prende il nome di Capovolgimento meridionale della circolazione atlantica (Atlantic meridional overturning circulation, Amoc) ed è una corrente oceanica che porta acqua calda dal Golfo del Messico attraverso l’Atlantico fino alle coste dell’Europa. È grazie al rilascio di calore della Corrente del Golfo che il Mar di Norvegia non è completamente congelato e che il Nord Europa sperimenta temperature generalmente più miti di quelle di terre alla stessa latitudine ma dall’altra parte dell’Atlantico. L’acqua calda della Corrente del Golfo, poi, mentre viaggia verso Nord, si raffredda, diventa più pesante e nei pressi della Groenlandia comincia a sprofondare nell’oceano e devia il suo percorso verso Sud, ricominciando il ciclo.
Succede però che col riscaldamento globale i ghiacci continentali della Groenlandia si stiano sciogliendo troppo e troppo velocemente riversando acqua dolce nell’oceano e diluendo la salinità delle acque della Corrente del Golfo. La diminuzione della salinità rende l’acqua meno densa e meno incline a inabissarsi, col risultato che da decenni la Corrente del Golfo sta rallentando.
Confermando uno studio dello scorso anno (ve ne avevamo parlato qui), il modello dell’Università di Utrecht appena pubblicato ha studiato l’andamento della salinità dell’acqua al confine meridionale dell’Atlantico e prevede che siamo più vicini al punto critico di quanto pensato finora. Superata questa soglia, la Corrente del Golfo è destinata a fermarsi del tutto entro 4 decenni.
Anche se non si può dire quando il punto critico verrà effettivamente superato (dato che registriamo la velocità del sistema di correnti solo da pochi decenni, non siamo in grado di produrre previsioni abbastanza affidabili), è possibile comunque accennare le eventuali conseguenze del collasso dell’Amoc.
Le regioni che oggi sono lambite dalla Corrente del Golfo, Nord Europa in primis, diventeranno decisamente più fredde: il modello prevede che le temperature diminuiranno di 3°C ogni decennio (molto più velocemente di quanto il riscaldamento globale odierno riesca ad alzarle). “Alcune parti della Norvegia – commentano i ricercatori parlando del loro studio su The Conversation – potrebbero subire cali di temperatura superiori a 36°F (20°C). Dall’altra parte, le regioni dell’emisfero meridionale si riscalderebbero di alcuni gradi”.
Anche il livello dei mari e le precipitazioni risentirebbero del collasso dell’Amoc. Il rischio è che in un lasso di tempo relativamente breve la foresta amazzonica scompaia, trasformandosi in una prateria: verrebbe così meno un importantissimo serbatoio di carbonio, aggravando l’effetto serra e il riscaldamento globale.
Via: Wired.it
Credits immagine: Chris Stenger su Unsplash
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