Vita

Nel DNA il segreto della dieta tossica del koala

È stato sequenziato per la prima volta il genoma del koala, il popolare piccolo orso che da tempo è un simbolo del continente australiano. Ad aver svolto questo lavoro è un team internazionale guidato dall’Università di Sidney, che attraverso le analisi ha ottenuto informazioni precise su come questa specie si è conservata, sopravvivendo così a lungo. La risposta sta nella dieta e nel sistema immunitario. I risultati sono pubblicati su Nature Genetics.

I ricercatori hanno sequenziato più di 3,4 miliardi di coppie di basi che compongono il dna del koala (nome scientifico Phascolarctos cinereus) e complessivamente più di 26mila geni, con un dna leggermente più esteso di quello umano. Si tratta di un lavoro che fornisce uno sguardo senza precedenti su questa specie, sottolineano i ricercatori, mostrando alcune ragioni alla base della conservazione della specie, nonostante le numerose minacce provenienti dall’ambiente. Dopo aver sequenziato il genoma e determinato quali geni sono attivi nel cuore, nel fegato e in altri tessuti, i ricercatori hanno messo a fuoco alcuni tratti genetici unici.

Un punto di forza di questo animale è l’alimentazione, con una dieta ristretta, composta solo di eucalipto. “Il koala ha sviluppato un eccellente insieme di strumenti per mangiare foglie di eucalipto altamente tossiche”, spiega Will Nash del consorzio dell’Earlham Institute, nel Regno Unito, i cui membri hanno identificato un gruppo di geni, espressi in molti tessuti del marsupiale, che sono coinvolti nella detossificazione delle parti nocive delle piante e rendono possibile il consumo di queste foglie, che sarebbero letali per numerose altre specie.

Ma non è tutto: il koala possiede un elevato senso dell’olfatto e del gusto, reso possibile dalla presenza di specifici recettori. Per esempio, è in grado di selezionare le foglie migliori già prima di assaggiarle, ingerendo una bassa quantità di metaboliti secondari, sostanze tossiche delle piante. E ancora: i koala hanno una copia in più di un gene, chiamato acquaporina 5, che permette loro di valutare la quantità d’acqua presente in una foglia; possiedono un numero maggiore di geni che percepiscono la parte dolce dell’alimento e papille gustative più sensibili al sapore amaro. Grazie a questo straordinario apparato sensoriale, i koala sono valutano il cibo – dieta puramente vegetale – sulla base dei nutrienti, seguendo la dieta più bilanciata: insomma, è come se fossero dei piccoli nutrizionisti, attenti alla loro salute.

Lo studio del genoma, inoltre, ha permesso di comprendere la struttura del suo sistema immunitario, identificando i geni coinvolti nella resistenza dell’animale e nella difesa contro agenti patogeni, ad esempio la clamidia, un batterio che nel koala può causare cecità e infertilità. Tuttavia, il mammifero possiede delle proteine, spiegano i ricercatori, che sono essenziali per la loro crescita e che lo aiutano a proteggersi da queste infezioni. Tali informazioni genetiche, inoltre, sono importanti per poter sviluppare un vaccino per il koala. L’altra grande problematica riguarda il retrovirus del koala (KoRV), che causa un’immunodeficienza, nell’animale, simile alla nostra Aids. Su questo virus ancora gli scienziati hanno poche conoscenze, anche se è probabile che il virus possa manifestarsi con più di 100 inserzioni all’interno del genoma: anche in questo caso le informazioni potrebbero essere utili per studiare il problema e sviluppare un vaccino.

Via Wired.it

Viola Rita

Giornalista scientifica. Dopo la maturità classica e la laurea in Fisica, dal 2012 si occupa con grande interesse e a tempo pieno di divulgazione e comunicazione scientifica. A Galileo dal 2017, collabora con La Repubblica.it e Mente&Cervello. Nel 2012 ha vinto il premio giornalistico “Riccardo Tomassetti”.

Articoli recenti

Uno dei più misteriosi manoscritti medioevali potrebbe essere stato finalmente decifrato

Secondo gli autori di un recente studio potrebbe contenere informazioni sul sesso e sul concepimento,…

2 giorni fa

Ripresa la comunicazione con la sonda Voyager 1

Dopo il segnale incomprensibile, gli scienziati hanno riparato il danno a uno dei computer di…

4 giorni fa

Atrofia muscolare spinale, ampliati i criteri di rimborsabilità della terapia genica

L’Aifa ha approvato l’estensione della rimborsabilità del trattamento, che era già stato approvato per l'atrofia…

5 giorni fa

Così i tardigradi combattono gli effetti delle radiazioni

Resistono alle radiazioni potenziando la loro capacità di riparare i danni al dna. Piccolo aggiornamento…

6 giorni fa

Leptospirosi: perché crescono i casi a New York?

Mai così tanti casi di leptospirosi in un anno dal 2001: a contribuire all’aumento delle…

1 settimana fa

Fogli d’oro sottilissimi: arriva il goldene

Potrebbe essere usato in diverse applicazioni come catalizzatore per la conversione dell'anidride carbonica e la…

2 settimane fa

Questo sito o gli strumenti di terze parti in esso integrati trattano dati personali (es. dati di navigazione o indirizzi IP) e fanno uso di cookie o altri identificatori necessari per il funzionamento e per il raggiungimento delle finalità descritte nella cookie policy.

Leggi di più