Genitori, una miniguida per imparare a parlare con i figli

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(Foto: Pexels via Pixabay)

Se la letteratura che descrive come i genitori dovrebbero comportarsi con i propri figli è a dir poco sterminata, la capacità di seguirne i saggi suggerimenti è sempre piuttosto scarsa. Ed anche i comportamenti di buon senso sono in genere difficilmente attuabili. Il libro di Silvana Quadrino, specializzata in Psicologia clinica e in Psicoterapia della famiglia, si rivolge ai genitori e analizza esempi di vita realistici, spiegando come normali relazioni di conflitto con i figli potrebbero essere superate con piccoli cambiamenti del punto di vista. Secondo l’autrice, infatti, anche le situazioni che di fatto irritano o generano tensione possono avere delle vie di sbocco positive quando si riescano a modificare i comportamenti reciproci di genitori e figli. Se si constata che ripetutamente certe regole di comportamento familiare non funzionano, si possono cambiare le regole invece di cercare di attuarle a tutti i costi, sviluppando atteggiamenti e modi di pensare flessibili che meglio possono adattarsi alle esigenze degli adulti e dei bambini. Anche le regole dovrebbero avere un obiettivo esplicitato ed essere formulate in funzione di un progetto che gradualmente potrebbe essere condiviso dai bambini stessi: in loro, dover obbedire a regole di cui non capiscono il senso può attivare ribellioni e voglia di trasgressione anche importanti.

Genitori, un invito all’autocoscienza

In piccoli riquadri separati dal testo, l’autrice suggerisce spunti di riflessione che guidano i genitori a prendere coscienza dei propri atteggiamenti: sono domande che vogliono indurre nuove consapevolezze e cercano di modificare lo sguardo degli adulti su se stessi, mettendo a confronto la realtà di quello che fanno con quello che a loro sembra di fare. Ad esempio, il pensiero dei genitori sulla salute dei figli ha un posto sempre più importante nella loro relazione, ma forse riflettere su quanti farmaci sono nell’armadietto dei medicinali, e valutarne l’uso può servire a raggiungere con maggiore consapevolezza l’equilibrio tra senso di responsabilità e eccesso di preoccupazione sanitaria.

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Silvana Quadrino

Diventare grandi, insieme. Fare i genitori con l’aiuto dei bambini.

Uppa Edizioni, 2019

Pp. 287, € 22,00

Gli inviti all’autocoscienza dei genitori rappresentano il filo conduttore dell’intero libro, accompagnato da altrettanto importanti inviti alla chiarezza sul comune progetto di vita familiare e alla necessità di un continuo e variegato rapporto comunicativo tra grandi e piccoli. Richiedere il pensiero e l’opinione dei propri figli dovrebbe, secondo l’autrice, cementare l’unione tra generazioni riconoscendone e accettandone le differenze: non si tratta né di interrogatori né di condivisione di responsabilità, che spettano agli adulti.

Il silenzio non è mai la scelta migliore

Ma anche in situazioni gravi la scelta migliore non è mai quella del silenzio, quella del non dire al bambino cosa sta succedendo intorno a lui. Parlare semplicemente e con chiarezza può servire a rendere meno fantasiose le immaginazioni infantili su quello che non si conosce e che assai spesso si teme. L’attenzione dei genutori è sempre quella di non responsabilizzare i piccoli su situazioni al di sopra delle loro competenze, ma di chiedere loro una opinione o un punto di vista. Sapere è ben diverso dal prendere una decisione, e trovando le parole adatte si può instaurare un dialogo partecipato anche su argomenti difficili, valorizzando altri modi di pensare, in uno scambio di idee che stabilizza la relazione e la rende importante per entrambe le parti. Anche in questo bisogna trovare un equilibrio: il mondo della parola affascina e stupisce ogni bambino, ma spesso lunghe e verbose spiegazioni su cosa si deve o non si deve, si può o non si può fare rendono soltanto noiosi e sgradevoli questi momenti, di cui l’adulto si fida anche troppo. Si può allora domandarsi onestamente: cosa sto cercando di dire a mio figlio? Cosa gli sto chiedendo di fare? Ed è importante che in queste e in altre situazioni non parli solo l’adulto: l’educazione si costruisce sul dialogo, sulla condivisione di pensieri, sul confronto ed anche sul disaccordo, quando si può ripensare con calma, dopo un certo tempo, anche a situazioni di disagio o di tensione.

Fiducia reciproca contro le ansie

Rispetto per le emozioni, rispetto per le curiosità, per le paure, per le caratteristiche personali di ogni bambino, possono aiutare i genitori a costruire un rapporto in cui la fiducia reciproca sia una componente essenziale. La fiducia nei suoi adulti e nel suo ambiente vicino protegge il bambino dall’ansia e dalle sensazioni di pericolo. La fiducia dell’adulto nel suo bambino può a sua volta contenere le inevitabili ansie e preoccupazioni della genitorialità. Come conclude l’autrice, il compito dei genitori è quello di trasformare una vita da bambino in una vita da grandi, accompagnando e sostenendo questa trasformazione anche quando i propri figli saranno ormai diventati adulti.

Credits immagine di copertina: Pexels via Pixabay

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