Eduard Teller, i ricordi del Dottor Stranamore

Eduard Teller è il fisico che ha dato un contributo fondamentale alla realizzazione della bomba H, l’ordigno con maggior potenza distruttiva costruito dall’essere umano.

Nato in Ungheria nel 1908, Teller studia a Gottinga negli anni Venti. Allievo di Heisenberg e studioso della meccanica quantistica rimane in Germania fino al 1933 quando il regime nazista lo costringe a emigrare. Teller va un anno a Copenaghen nell’istituto di Niels Bohr, poi a Londra, e infine approda nel Nuovo Mondo. Negli Stati Uniti insegna a New York prima di finire a Los Alamos, per dirigere insieme a Enrico Fermi la sezione teorica del centro di ricerche che realizza la prima bomba atomica. Alla fine della Seconda guerra mondiale molti lasciano la ricerca sugli ordigni atomici. Ma lui no.

Il sogno della bomba H

Sin dai tempi di Los Alamos e del Progetto Manhattan, Teller aveva considerato la possibilità di realizzare un ordigno termonucleare basato sulla fusione tra atomi di idrogeno, piuttosto che sulla fissione di atomi di uranio o plutonio. Finita la guerra, Teller continua tale ricerca. Quando nel 1949, in seguito all’esplosione della prima bomba atomica sovietica, il presidente statunitense Henry Truman chiede la bomba H agli scienziati, Teller prontamente risponde. Nell’ottobre del 1952, gli Stati Uniti testano il primo ordigno di quel tipo. Negli anni Cinquanta, Teller promuove la fondazione del laboratorio di Livermore (di cui nel 1954 diventa direttore), la cui direttiva essenziale è la corsa agli armamenti. Nello stesso periodo muoiono tre dei suoi più cari amici: i fisici Enrico Fermi, Ernest Lawrence e il matematico John Von Neumann.

Nuclearista militante

A Fermi l’aveva legato una grande amicizia, anche se indebolita dalla scelta di Teller di proseguire le ricerche sulla bomba H. In questo memoir tuttavia Teller suggerisce che Fermi ebbe una posizione ambivalente rispetto alla bomba a idrogeno: contrario al suo uso, ma affascinato dalla ricerca necessaria alla sua realizzazione, cui secondo Teller collaborò.

Sempre negli anni Cinquanta, il fisico si scontrò con Linus Pauling, che promosse una moratoria sui test atomici. Teller giudicò scientificamente inaccettabile l’accusa che nuovi test avrebbero aumentato la quantità di radioattività del pianeta. Anzi, “un po’ di radioattività in più è anche benefica”. E rilancia con il programma per le esplosioni atomiche controllate (Cne): usare le bombe nucleari per scavare porti e canali e stimolare la produzione di gas e petrolio, che però non fu mai realizzato.

Consulente delle Fondazioni Rockfeller e Hertz e della General Atomic Inc. (impegnata nella produzione e vendita di reattori nucleari), si scontrò ripetutamente con il presidente John Kennedy, che pianificava il disarmo. Nel 1968 Teller sostiene l’intervento in Vietnam e la dotazione di armi nucleari tattiche (cioè di potenziale ridotto per eserciti in battaglia) in Europa. Svolge inoltre un ruolo importante nei programmi di ricerca sui missili balistici, sulle armi nucleari per sottomarini e sui test atomici sotterranei.

Teller e Reagan, il braccio e la mente

Convinto delle sue scelte, Teller stringe una profonda amicizia con Ronald Reagan, divenendo uno dei promotori del programma Guerre Stellari (Strategic Defense Initiative), il sistema di difesa antimissile su cui a lungo si riversa buona parte dei finanziamenti Usa per la ricerca. In questi anni, Reagan sta a Teller come la mente politica sta al suo braccio scientifico, condividendone le scelte militari e politiche. Con una certa dose di ironia, nel 1990, a Teller viene conferito il premio ‘Ettore Majorana-Scienza per la Pace’ a Erice.

In questa autobiografia, Teller è certamente bravo a mascherare gli aspetti oscuri della sua storia attraverso il mito dello scienziato che fa scelte giuste perché inevitabili e “scientifiche”. La scienza fornisce certezze che rendono “scientifica” anche la politica, e il dissenso diventa quindi frutto irrazionale dell’ignoranza. Grazie a questo mito, la guerra fredda e i suoi enormi costi morali, ambientali e materiali diventano necessari e inevitabili.

Il libro

Eduard Teller (with Judith Shoolery)
Memoirs, A twentieth-century journey in science and politics
Perseus Publishing, 2002
pp. 628, euro 34,62

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