Influenza, in futuro il vaccino sarà in pillola?

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Vaccini orali, in pillola, che non hanno bisogno di essere conservati in congelatori o in frigorifero per preservarne l’efficacia. Riuscite a vederne i vantaggi? Niente più aghi, per esempio. Ma anche maggiore facilità di trasporto e conservazione. Ideali insomma da impiegare nei Paesi in via di sviluppo. Per ora non esistono, ma sembra che un piccolo passo in questa direzione sia stato fatto: l’Università di Cardiff ha infatti creato delle molecole artificiali simili a peptidi del virus dell’influenza A in grado di stimolare il sistema immunitario e conferire immunità proprio come un vaccino. Queste molecole, inoltre, sarebbero gastroresistenti e non necessiterebbero di particolari condizioni di conservazione.

Nello studio, pubblicato sulla rivista Journal of clinical investigation, gli autori spiegano come i peptidi artificiali realizzati imitino l’infezione del patogeno sullo stesso principio degli attuali vaccini, che sono realizzati con peptidi biologici dei virus. La logica, dunque, è sempre quella di indurre una risposta del sistema immunitario e prepararlo ad affrontare la minaccia in modo più efficace qualora si dovesse presentare davvero.

I test in vitro effettuati dai ricercatori di Cardiff hanno dimostrato che i peptidi artificiali promuovono una reazione di cellule del sistema immunitario umane in coltura paragonabile a quella ottenuta con i peptidi biologici. Un dato confermato anche nelle prove sperimentali sugli animali, che sembrano indicare anche la capacità degli esemplari immunizzati di sconfiggere il virus dell’influenza, se esposti.

I peptidi artificiali, inoltre, hanno struttura identica ma speculare (chimicamente si parla di enantiomeri) a quella dei peptidi biologici e questo secondo i ricercatori conferirebbe alle molecole sintetiche la capacità di resistere ai processi digestivi, potendo pertanto essere somministrati sotto forma di pillola. Non da ultimo, non esigerebbero particolari condizioni di conservazione come i vaccini attuali, che per preservare l’efficacia devono essere alloggiati in frigoriferi o congelatori.

Si tratta tuttavia di risultati preliminari della sperimentazione, anche se promettenti. Gli autori stessi affermano che saranno necessari ancora anni di studio e di test per confermare quanto ottenuto, verificare che effettivamente i peptidi artificiali conferiscano ancora immunità se somministrati oralmente, e procedere poi al passaggio ai test sull’essere umano.

Riferimenti: Journal of clinical investigation

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