La catastrofe vista dal satellite

Ecco come si presentava il mare della Corea del Sud all’Advanced Synthetic Aperture Radar (Asar) di Envisat, alle ore 10,40 dell’11 dicembre scorso, quattro giorni dopo l’incidente che ha provocato il versamento di oltre dieci mila  tonnellate di greggio dalla petroliera Habei Spirit. A provocare il disastro il 7 dicembre, nel porto di Taenan, 90 chilometri a sud-ovest di Seul, una collisione (probabilmente originata da un errore umano) con una nave che trasportava una grossa gru meccanica.

Normali immagini fotografiche da satellite non sarebbero riuscite a fornire riproduzioni così nitide a causa della superficie scura dell’oceano. Il satellite dell’Agenzia Spaziale Europea, invece, inviando impulsi verso il mare e misurando l’intensità del segnale di ritorno, ha permesso di individuare l’esatta estensione della macchia d’olio. Il manto di greggio, infatti, ha smorzato le onde generate dai venti, quelle che solitamente riflettono gli impulsi radar. In tal modo, l’energia riflessa dalla superficie dell’oceano è decresciuta, facendo sì che le macchie di petrolio siano apparse come aree scure sul mare di colore più brillante.

Nell’immagine si vede con chiarezza come l’olio ha ormai lambito le zone costiere del Mar Giallo, nell’area sud-occidentale di Seul, arrivando a coprire in molti punti anche le spiagge: un disastro ecologico ancora più grave ancora di quello avvenuto nel 1995, quando cinque mila tonnellate di greggio finirono in mare a Yeosu, un altro porto a sud di Seul, e che ha spinto il governo coreano a dichiarare lo stato di calamità naturale. (l.s.)

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