La proteina immunitaria che regola le sinapsi

Spesso, processi biologici diversi sono innescati da molecole identiche. Per esempio, a modellare le connessioni nervose ci pensa la stessa proteina che permette al sistema immunitario di riconoscere le molecole estranee. La scoperta, riportata su Nature Neuroscience, è frutto del lavoro di un gruppo di ricerca coordinato da Kimberley McAllister della University of California – Davis, negli Usa.

Studiando il cervello di roditori nelle fasi immediatamente successive alla nascita, i ricercatori hanno localizzato delle proteine – chiamate MHC type I – sulla superficie delle cellule nervose. Si tratta di una vecchia conoscenza per i biologi, perché sono le stesse che permettono al sistema immunitario di distinguere le molecole appartenenti all’organismo da quelle “esterne”, alcune volte in modo utile (come nella lotta contro i tumori o le infezioni), altre volte creando problemi (come nei casi di rigetto successivi ai trapianti di organi). Per scoprire il ruolo di queste molecole nello sviluppo cerebrale, i ricercatori hanno studiato sia il cervello di topi privi di questo tipo di proteine, sia neuroni isolati e con un numero alterato di MHC I.

Hanno così scoperto che l’assenza delle proteine portava a un aumento nel numero di sinapsi, i collegamenti che permettono la propagazione dell’impulso nervoso tra i neuroni. Al contrario, una maggiore densità di MHC I “tagliava” le connessioni neuronali. “Queste molecole non controllano solo la densità sinaptica”, aggiunge McAllister, “ma anche le dinamiche di eccitazione e inibizione dei giovani neuroni, processi indispensabili per l’elaborazione delle informazioni e per garantire plasticità cerebrale”. In più, i ricercatori hanno evidenziato una sorta di controllo incrociato: se le MHC I modellano le connessioni cerebrali, l’attività neuronale regola la loro espressione.

Sebbene lo studio non evidenzi alcuna relazione diretta tra proteine e disturbi nervosi, i ricercatori suggeriscono un possibile collegamento. Disordini come la schizofrenia e l’autismo, infatti, sono causati da alterazioni nelle connessioni tra neuroni. È quindi possibile che le MHC I giochino un ruolo anche nello sviluppo di queste patologie.

Riferimenti: Nature Neuroscience doi:10.1038/nn.2764

1 commento

  1. Da questa ennesima scoperta sui difetti sinaptici del cervello dei bambini autistici, si auspica che un trapianto di cellule le staminali neuronali possa essere di aiuto a questi poveri bambini.
    Le aree del cervello dove si dovrebbero trapiantare i neuroni, a seconda dei casi, dovrebbero essere l’area di Broca, l’area di Werniche, l’area di Brodman ed a pioggia nella parte frontale per ripristinare i neuroni a specchio, che nei bambini autistici o sono silenti o funzionano poco.
    Questa scoperta è stata fatta dallo scienziato Giacomo Rizzolatti, lo scopritore dei neuroni a specchio, che sostiene che la gravità dell’autismo è inversamente proporzionale al funzionamento dei mirrors.
    In Italia abbiamo i neuroni da trapiantare e si trovano presso la BIOBANCA di Terni, già certificati dall’AIFA.
    Il direttore del laboratorio, annesso alla Biobanca, è lo scienziato Angelo Vescovi, che è in grado di moltiplicare i neuroni prelevati dal tessuto nervoso del cervello degli aborti spontanei.
    Questi neuroni sani dovrebbero sostituire quelli deficitari e ripristinare le sinapsi corrette.
    Manca solo lo scienziato che si prende a cuore questa causa ed apra un protocollo di sperimentazione sull’autismo.
    Presso l’Università Careggi di Firenze, il Prof. Pasquale Gallina ha eseguito nel 2006 il primo trapianto in Italia ed il quinto nel mondo di neuroblasti con successo nei malati di Corea di Huntington, grave malattia neuro degenerativa.
    Il trapianto è avvenuto con l’uso della chirurgia mini invasiva robotica ed i neuroblasti trapiantati, in specifiche aree celebrali, si sono differenziati, sostituendo i neuroni danneggiati, ristabilendo appropriate connessioni neuronali e ripristinando le funzioni.
    Se questo miracolo è avvenuto per i malati della Corea, perché non deve avvenire per i bambini autistici?
    Invito tutte le ASSOCIAZIONI DELLE FAMIGLIE DI BAMBINI AUTISTICI a spingere in tal senso e a coinvolgere uno scienziato in questa causa.
    Liliana Carrano

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