L’oceano sotto i piedi

Non è una novità per nessuno che il nostro Pianeta sia composto da acqua. Ma che quest’acqua in realtà fosse tanta quanta quella contenuta in parecchi oceani è un dato del tutto inaspettato. Ovviamente non si tratta di acqua allo stato liquido ma sotto forma di molecole nei minerali che compongono il mantello terrestre. I suoi effetti sulla Terra non sono da trascurare: essa, per esempio, può favorire fenomeni come la deriva dei continenti. Il dato è emerso nel corso di uno studio condotto dai ricercatori dell’Istituto di Scienze Marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Ismar-Cnr), Sezione di Geologia Marina di Bologna e della Sezione di Pavia dell’Istituto di Geoscienze e Georisorse del Cnr (Igg-Cnr), che hanno pubblicato i loro risultati su “Nature” lo scorso 17 marzo. Un viaggio a una profondità di parecchie migliaia di metri sul fondo dell’Oceano Atlantico per ricostruire la risalita dall’interno della Terra di materiale caldo situato sotto le dorsali medio-oceaniche che determina la formazione della crosta terrestre accompagnata da vulcanismo, terremoti e perdita di gas. “Questo studio fa parte di una serie di esplorazioni delle dorsali, una catena montuosa che si estende per più di 70 mila chilometri sul fondo degli oceani”, spiega Enrico Bonatti, direttore dell’Ismar-Cnr che ha guidato lo studio. “Proprio lungo l’asse delle dorsali si concentra l’80 per cento dell’attività vulcanica della Terra e si forma in continuazione nuova crosta terrestre”. Sempre qui affiorano sul fondale marino i basalti, derivati dal raffreddamento del magma generato dalla fusione delle rocce del mantello terrestre. Proprio queste rocce sono state il fulcro dello studio. I ricercatori, infatti, hanno analizzato il contenuto di acqua dei basalti campionati lungo la dorsale medio atlantica e sono risaliti al contenuto di acqua del mantello (circa da 0,1 a 0,2 per cento) da cui derivano i magmi che hanno formato queste rocce. “Le molecole di acqua presenti nel mantello hanno origine primordiale e si trovano in minerali come l’olivina e la perovskite, che appunto formano il mantello terrestre”, continua Bonatti. “Sommando le concentrazioni di acqua di questi minerali, e considerando che il mantello occupa il 70 per cento del volume della Terra, possiamo ipotizzare che esso contenga una quantità di acqua pari a quella di molti oceani”. La novità dello studio non è la presenza di acqua nel mantello terrestre, già accertata da lavori precedenti. “Il dato finora sconosciuto rilevato dal nostro studio riguarda la presenza di acqua non solo nei luoghi dove le dorsali sono caldissime, per esempio in Islanda, ma anche dove sono fredde”, ha spiegato Bonatti. Altrettanto importanti sono le conseguenze di questa scoperta sul funzionamento del Pianeta. “Quest’acqua in primo luogo provoca una diminuzione della viscosità del mantello che favorisce così le correnti di convezione e quindi la deriva dei continenti”, conclude Bonatti. “Inoltre favorisce la fusione delle rocce del mantello che risalgono sotto le dorsali medio-oceaniche”. Di questo fenomeno i ricercatori hanno individuato per la prima volta la velocità, pari a 25 millimetri all’anno, e stabilito che le temperature delle rocce sono altissime: oltre 1200 gradi, con un graduale aumento negli ultimi venti milioni di anni. Fenomeno che se continuerà nel futuro potrà causare l’aumento dello spessore della crosta terrestre dell’Atlantico, un rigonfiamento del fondale oceanico e quindi un innalzamento del livello del mare e delle emissioni di gas (anidride carbonica e metano) dalla dorsale, che finendo nell’atmosfera potrebbero influenzare in tempi geologici il clima del pianeta.

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