Ambiente

Marmolada: le ondate di caldo dietro la tragedia

Oltre 300 chilometri orari. È questa la velocità raggiunta da sassi e ghiaccio che si sono distaccati all’improvviso dal ghiacciaio della Marmolada, il più esteso delle Dolomiti, e scesi verso valle. Una enorme valanga che ha travolto tutto e provocato 6 vittime, 9 feriti e circa 20 dispersi (il bilancio è ancora provvisorio). Ma cosa è successo esattamente e quali sono le cause?

L’enorme cascata di ghiaccio e roccia proviene, in gergo tecnico, dal seracco, ossia una formazione tipica di un ghiacciaio a forma di pinnacolo o torre dovuta all’apertura di crepacci. In questo caso, il seracco, si è staccato dal ghiacciaio, trasformandosi appunto in una cascata dalle caratteristiche davvero eccezionali: il fronte iniziale, composto principalmente da materiale solido (la neve era pochissima) era di circa 200 metri, con un’altezza di 60 e una profondità di 80 metri, ed è sceso con una pendenza di 45 gradi a 300 chilometri orari per 500metri circa. Secondo le prime informazioni del Soccorso Alpino, il distacco si è verificato nei pressi di Punta Rocca, lungo l’itinerario di salita della via normale per raggiungere la vetta.

I colpevoli del distacco sono certamente gli eventi estremi, come le ondate di caldo, legati al riscaldamento globale. Sebbene, infatti, le cause del distacco saranno comunque indagine della Procura, alcune condizioni, come appunto le temperature anomale, hanno sicuramente avuto la responsabilità in questa tragedia. Basta pensare che il giorno del distacco in vetta le temperature hanno raggiunto il record di ben 10 gradi (e comunque anche gli altri giorni le temperature erano molto più alte rispetto alla media). Con condizioni climatiche anomale, di conseguenza anche i ghiacciai sono sempre più instabili: temperature cosi elevate, infatti, possono dar vita a ruscelli d’acqua che si insinuano nel ghiacciaio e lo erodono, provocandone così il distacco. “Nelle ultime settimane lo zero termico ha ondeggiato tra i 4500 ed i 4900 metri sottoponendo le montagne e le masse glaciali a forti stress termici. E già ieri erano evidenti i classici fenomeni di ruscellamento a causa della fusione”, spiegano dalla Commissione Glaciologica Sat. “Non conosciamo le dinamiche del crollo. Spesso le acque di fusione penetrano in profondità nel ghiacciaio e facilitano anche il movimento del ghiacciaio verso valle. L’acqua di fusione ha una temperatura maggiore a zero gradi e una volta che si infila nei crepacci o negli inghiottitoi porta temperatura maggiore nella profondità del ghiaccio aumentando la fusione anche nelle zone più fredde o nelle zone di contatto ghiaccio roccia. La gravità purtroppo fa il resto”.


Come neve al sole. Sui ghiacciai con Luca Parmitano e Mario Vielmo


Il rischio di altri crolli e distacchi è concreto e l’invito è quello di prestare la massima attenzione. “I cambiamenti climatici hanno reso più instabile l’alta montagna e i ghiacciai non sono più in equilibrio”, spiega all’Ansa Massimo Frezzotti, glaciologo dell’Università Roma Tre. “Attualmente l’isoterma zero sulla Marmolada si trova circa mille metri più in alto rispetto alla vetta più elevata”. Il punto di congelamento, quindi, è molto più in alto del ghiacciaio. “È chiaro che i crolli avvengono quando i processi di fusione sono più alti e, se pensiamo ai ghiacciai come a fiumi congelati che scendono verso valle, è chiaro che in queste condizioni fare delle escursioni in ambienti simili non è prudente”.

Oltre al caldo eccessivo, ricorda Renato Colucci, glaciologo dell’Istituto di scienze polari del Cnr, l’inverno scorso c’è stata poca neve, che ormai quasi non protegge più i bacini glaciali. “Il caldo estremo di questi ultimi giorni, con questa ondata di calore dall’Africa, ha verosimilmente prodotto una grossa quantità di acqua liquida da fusione glaciale alla base di quel pezzo di ghiacciaio che in realtà è una “pancia”: infatti è, o era, una via che si chiama proprio Pancia dei Finanzieri”, racconta l’esperto. “Siamo quindi proprio nelle condizioni peggiori per distacchi di questo tipo, quando c’è tanto caldo e tanta acqua che scorre alla base. Non siamo ancora in grado di capire se si tratti di un distacco di fondo del ghiacciaio o superficiale, ma la portata sembra molto importante, a giudicare dalle prime immagini e informazioni ricevute. L’atmosfera e il clima, soprattutto al di sotto dei 3.500 metri di quota, è in totale disequilibrio a causa del “nuovo” clima che registriamo e quindi, purtroppo, questi eventi sono probabilmente destinati a ripetersi nei prossimi anni e anche per questa estate dobbiamo mantenere la massima attenzione”.

Via: Wired.it

Credits immagine: Vincentiu Solomon on Unsplash

Marta Musso

Laureata in Scienze Naturali alla Sapienza di Roma con una tesi in biologia marina, ha sempre avuto il pallino della scrittura. Curiosa e armata del suo bagaglio di conoscenze, si è lanciata nel mondo del giornalismo e della divulgazione scientifica. “In fin dei conti giocare con le parole è un po' come giocare con gli elementi chimici”.

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