Nobel per la medicina con colpo di scena

Aggiornamento del 4 ottobre 2011: Il nome di Ralph Steinman resterà tra quelli degli scienziati insigniti del Premio Nobel. La notizia del decesso era arrivata all’assemblea Nobel del Karolinska Institutet nel pomeriggio di ieri, con un comunicato diramato dalla Rockfeller University. “Questo evento è unico e senza precedenti”, riporta il sito NobelPrize.org. Lo statuto, comunque, specifica che se una persona in vita è stata insignita del riconoscimento ed è morta prima di riceverlo, il premio può comunque essere presentato.

Il premio Nobel per la Medicina e la Fisiologia 2011 è stato assegnato oggi a tre scienziati che hanno “rivoluzionato la nostra comprensione del sistema immunitario, scoprendo i principi chiave della sua attivazione”. Purtroppo, uno di loro, Ralph M. Steinman, è deceduto prima di poter conoscere la decisione del Karolinska Institutet, come ha fatto sapere la Rockefeller University di New York, dopo l’assegnazione del riconoscimento. Ora una possibilità è che la nomina venga annullata, dal momento che il regolamento non prevede l’assegnazione postuma. Sul sito della Fondazione Nobel, la notizia della morte dello scienziato, avvenuta il 30 settembre scorso, è apparsa solo nel tardo pomeriggio.

A Steinman sarebbe spettata la metà dei 10 milioni di corone svedesi (1.400.000 euro circa)  previste dal premio, “per la sua scoperta delle cellule dendritiche e il loro ruolo nell’immunità acquisita”. Proprio sulla base di sui studi degli anni Settanta, lo scienziato aveva disegnato una terapia contro il tumore del pancreas che gli era stato diagnosticato quattro anni fa. 

L’altra metà del Premio Nobel è stata assegnata a due scienziati, Jules A. Hoffmann e Bruce A. Beutler, che negli anni Novanta hanno individuato le molecole chiave dell’immunità innata: i recettori di tipo Toll, definiti i sensori della prima linea delle difese dell’organismi contro i patogeni. 

Insieme, queste scoperte hanno portato a comprendere i meccanismi alla base delle risposte immunitarie, delle malattie autoimmuni e di quelle infiammatorie, e stanno aprendo la strada a nuovi approcci nelle terapie antitumorali.

Le cellule dendritiche di Steinman, per esempio, sono oggi al centro degli studi per il potenziamento dei vaccini. Il loro nome si deve alla forma ramificata, che serve proprio per “sondare il terreno”; queste particolari cellule (prima conosciute con il nome di cellule di Langerhans) sono state identificate da Steinman come cellule chiave del sistema immunitario e si trovano nell’intestino, nelle vie respiratorie e nella pelle. Dopo averle individuate, Steinman immaginò che servissero come ponte per il sistema immunitario innato e che attivassero i linfociti T, cellule chiave nella memoria dell’immunità acquisita. Le sue ipotesi si rivelarono corrette e il ricercatore arrivò a capire come l’organismo riconosce i patogeni come estranei.

La scoperta del lussemburghese Jules Hoffmann, datata 1996, riguarda invece la funzione del gene Toll che gioca un ruolo importante nella risposta immunitaria innata. Insieme al suo gruppo presso l’Università di Strasburgo, Hoffmann aveva scoprerto che i moscerini della frutta portatori di mutazioni sul gene Toll morivano se infettati con batteri o funghi. Il gene si dimostrò infatti indispensabile per il riconoscimento dei patogeni e per innescare di conseguenza la risposta immunitaria. 

Le ricerche dell’americano Bruce Beutler sono una continuazione di quelle di Hoffmann. La sua scoperta riguarda un gene dei mammiferi simile al Toll dei moscerini della frutta. Beutler cercava un recettore delle cellule immunitarie per il lipopolisaccaride (Lps), un “pezzo” della parete dei batteri Gram negativi, in grado di causare lo shock settico nei topi infetti. Nel 1998, lo scienziato scoprì una mutazione in un gene simile a Toll che rendeva i topi resistenti alla Lps e il rispettivo recettore. Da allora, questi recettori di tipo Toll ne sono stati identificati circa una dozzina.

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