Pasto gratis in pericolo

Yvonne BaskinIl pasto gratis. La complessità della natura come chiave dello sviluppo umanoInstar Libri, 2005LII + 265, euro 15,00A tavola di fronte a una serie di piatti eccellenti e abbondanti, dopo aver mangiato si usa fare i complimenti all’autore di tanta saporita bellezza. Sarebbe alquanto strano se uno dei commensali si alzasse e tentasse di ridurre la cucina a un piccolo sgabuzzino ripieno di pane e patate, magari scacciando il cuoco e i suoi assistenti. Però, è proprio questo che l’umanità sta facendo: la natura ci offre una gran quantità di servizi per la nostra sopravvivenza, mentre noi facciamo di tutto per distruggere la natura, o quantomeno ridurla all’impotenza. Di fatto stiamo mettendo in pericolo il “pasto gratis” di cui ogni giorno usufruiamo. È questa la tesi principale del libro, che è il frutto di un attento lavoro di rassegna delle ricerche effettuate sulle comunità ecologiche che hanno un qualche rapporto con la società umana. Un ambito di ricerca, questo, ormai molto battuto, a giudicare dalla grande dovizia di particolari riportati dall’autrice e dalla sterminata bibliografia che chiude il volume. La conclusione cui giunge la Baskin è che la difesa dell’ambiente non questione di ambientalismo o di etica naturalistica, ma è qualcosa che ci tocca da molto vicino. Gli ambienti in cui le società umane sono cresciute, infatti, sono fortemente influenzati dalla comunità ecologica che li abitano. La presenza di alcuni organismi è necessaria per fissare l’azoto nel suolo, per esempio. Senza questo elemento, il suolo è poco fertile. Eliminando alcune specie chiave – concetto su cui il volume punta molto – si spezza un circolo virtuoso, del quale l’uomo ha da sempre approfittato, ma che ora sta mettendo a rischio. Molte delle pratiche che rendono possibili le monocolture intensive, per esempio, hanno un effetto disastroso sulla salinità del suolo, aumentandola considerevolmente. Molte aree agricole del pianeta sono già state abbandonate in seguito a questo fenomeno, e molte altre ne sono minacciate. C’è il pericolo che nel prossimo futuro diminuisca drasticamente la produzione di vegetali utili per l’essere umano.La soluzione tecnologica, scrive la Baskin, non è praticabile. La carenza di azoto può sì essere superata con i fertilizzanti, ma questi producono effetti indesiderati che ci dobbiamo poi affannare a riparare. L’autrice dettaglia in modo eccellente i tanti casi in cui l’essere umano ha rotto l’equilibrio (costruito in millenni di evoluzione) di un ecosistema, con la conseguente cascata di effetti imprevedibili e di malriusciti tentativi di limitare i danni. Meglio dunque, prima di superare la soglia di non ritorno, oltre la quale il pianeta non sarà più in grado di sostenere l’umanità, cercare di capire quali sono i nodi importanti della rete formata dalle specie di un habitat, dai batteri fino ai grandi predatori. Una rete che oltretutto trae molta forza dalla diversità che la caratterizza: la diversità è una sorta di rete di protezione che rende il sistema meno vulnerabile alle perturbazioni.Questo volume, nonostante l’edizione originale sia del 1997, fa dunque ben capire che è urgente ripensare il nostro modello di sviluppo, in favore di stili di vita a minor impatto ambientale che garantiscano la conservazione degli ambienti che abbiamo occupato. Per il nostro futuro.

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