New Horizons, pronta per incontrare Plutone

Nel weekend un problema tecnico al principale computer di bordo aveva messo paura alla Nasa, ormai arrivata a pochi giorni dallo storico flyby su Plutone con la sonda New Horizons. Per fortuna i problemi della navicella, che l’avevano costretta a entrare in safe mode, sono stati risolti e la missione non è stata compromessa. La sequenza di comandi per l’incontro ravvicinato del prossimo 14 luglio è stata spedita e la sonda è entrata così ufficialmente nella fase dell’incontro con il pianeta nano ai confini del Sistema solare.

Il problema riscontrato sul computer, scrivono dalla Nasa, è accaduto a causa di un sovraccarico, dovuto al contemporaneo ricevimento di un gran set di comandi e alla compressione dei dati scientifici. L’entrata in safe mode e il passaggio al computer di backup ha comportato la perdita di un pacchetto di informazioni, senza compromettere quelle più critiche e senza rischio che quanto verificatosi possa accadere di nuovo prima del flyby.

Nell’attesa che la sonda si spinga sempre più vicina a Plutone e al suo sistema di lune e ne restituisca immagini via via più dettagliate – le più attese sono quelle del flyby, quando la sonda accarezzerà il pianeta nano a 12.500 chilometri – sono già tante quelle catturate dalla navicella. Le ultime sono servite per realizzare una speciale mappa del pianeta nano, sovrapponendo le osservazioni degli strumenti Long Range Reconnaissance Imager (Lorri) con quelle di Ralph, e mostra le grandi differenze di luminosità e colori presenti su Plutone (come le regioni scure e molto luminose presenti a livello dell’equatore).

La mappa speciale è frutto della collaborazione con Google Earth, che propone una visione anomala del pianeta, con le immagini di Lorri e Ralph sovrapposte alla Terra. La mappa verrà poi col tempo progressivamente aggiornata tenendo conto dei dati specifici relativi a Plutone.

Come spiegano gli esperti, è ancora troppo presto per stabilire cosa siano le macchie e le formazioni avvistate sulla superficie dell’altro pianeta (nano, aggiungeremo) rosso del Sistema solare. Già, perché Plutone, così come Marte, è di un marrone tendente al rosso, ma per motivi diversi. Se infatti il Pianeta rosso per eccellenza è così per la presenza dell’ossido di ferro, il rossiccio di Plutone sarebbe dovuto a molecole (toline) che si formano per interazione dei raggi cosmici e della radiazione Uv con il metano.“Il colore rossastro di Plutone è conosciuto da decenni, ma New Horizons ci permette ora di correlare il colore di luoghi diversi sulla superficie con la geologia e presto, con la sua composizione”,ha detto Alan Stern del Southwest Research Institute (Boulder, Colorado), principal investigator di New Horizons: “Questo renderà possibile la costruzione di sofisticati modelli computerizzati per capire come Plutone si evoluto per assumere l’aspetto attuale”.

Via: Wired.it

Credits immagine: Google Earth/Nasa

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