Collisione tra navi: Santuario dei Cetacei in pericolo

santuario dei cetacei

Pelagos, il Santuario dei Cetacei è in serio pericolo: un incidente tra due navi mercantili, una tunisina e l’altra cipriota, avvenuto all’alba di domenica mattina ha riversato ben 600 metri cubi di olio carburante (ricco di sostanze tossiche e cancerogene), che hanno già formato una macchia che si estende per oltre 10 chilometri quadrati di mare. Mettendo così in pericolo la fauna locale, come la balenottera comune e il capodoglio, di questo paradiso naturale del Mediterraneo.

Il Santuario dei Cetacei

Il Santuario dei Cetaceii Pelagos è un triangolo di mare di centomila chilometri quadrati, racchiuso tra le coste provenzali, la Toscana, la Liguria, la Sardegna, ed è una zona franca per le migliaia di balene e delfini che ogni estate arrivano in gran numero, attratti dalla grande quantità di cibo. Proposto dall’Italia verso la fine degli anni Novanta, il santuario vanta diversi primati: è stato il primo in Europa e nel Mediterraneo ed è l’unico ad avere carattere internazionale, coinvolgendo aree di interesse economico non esclusivo.

L’incidente, precisiamo, è avvenuto in acque internazionali di responsabilità francese (a circa 14 miglia al largo di Capo Corso). Per gestire le operazioni di supporto, il ministro francese per la transazione ecologica Francois De Rugy ha attivato il Ramogepol, un piano di intervento per la lotta contro gli inquinamenti marini accidentali nel Mediterraneo, insieme all’Italia e al Principato di Monaco. Nel frattempo, come si legge in un tweet del Ministro dell’ambiente Sergio Costa, l’Italia ha già inviato sul posto tre navi antinquinamento, della società Castalia: Nos Taurus da Livorno, Bonassola da Genova e Koral da Olbia.

Il pericolo

Lo sversamento di carburante sembra essere stazionario e sotto controllo, tuttavia, le operazioni per disincagliare le due navi devono ancora cominciare, e ciò potrebbe significare un ulteriore rischio di un’altra fuga di carburante. Infatti, proprio come riporta Greenpeace, “il momento più delicato sarà quando si dovranno separare le due navi: a quel punto si potrebbero verificare importanti sversamenti di idrocarburi che sarà necessario arginare. Si tratta del combustibile navale (in particolare della portacontainer cipriota) che usualmente contiene elevati quantitativi di sostanze tossiche e cancerogene (Idrocarburi Policiclici Aromatici e altro)”.

Inoltre, sempre secondo Greenpeace, l’incidente è la conferma della vulnerabilità dell’area, teoricamente protetta e soggetta, invece, a intenso traffico navale. “Un incidente di questo tipo era prevedibile”, spiega Alessandro Giannì, direttore della Campagne di Greenpeace Italia. “Il santuario doveva essere l’occasione, purtroppo mancata, per garantire regole e innovazione anche per i trasporti marittimi. Ci auguriamo che questo ennesimo incidente non si riveli l’ennesimo disastro ambientale prevedibile. Introdurre norme precise sulla protezione e sulla tutela del Santuario dei Cetacei è una scelta non più rinviabile”.

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