Squali a rischio

La popolazione di squali del nordovest dell’Atlantico si è ridotta della metà negli ultimi 15 anni. A lanciare l’allarme è stato un team di ricercatori canadesi della Dalhousie University nella Nova Scotia che ha raccolto tra il 1986 e il 2000 i dati relativi a sei specie oceaniche. I risultati dello studio, pubblicato su Science, hanno rivelato consistenti e rapidi tassi di estinzione. In particolare è stato stimato che, nel periodo considerato, il pesce martello è diminuito dell’89 per cento, lo squalo bianco del 79, lo squalo tigre del 65, alcune specie costali, osservate però dal 1992, del 61 per cento, il pesce volpe (detto anche pavone di mare) dell’80 e lo squalo azzurro del 60. Le cause, secondo i ricercatori, vanno rintracciate nell’eccessivo sfruttamento delle risorse ittiche dovuto ad attività di pesca insostenibili. Che si vanno ad aggiungere alle cause naturali di estinzione: gli squali, infatti, a differenza di altri pesci, si riproducono molto lentamente. Raggiungono la maturità sessuale a 15 anni, hanno un periodo di gestazione piuttosto lungo e il loro tasso annuale di ripopolamento è di circa il tre per cento. Inoltre questi animali costituiscono un anello fondamentale della catena alimentare marina. Ragione per cui la loro scomparsa potrebbe minacciare anche la sorte di altre creature. (d.d.v.)

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