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Un pianeta in esaurimento

Negli ultimi trent’anni un terzo della ricchezza biologica della Terra è andato perduto. E se lo stile di vita dei paesi sviluppati si estendesse...

Cura del ferro per l’effetto serra

Robuste iniezioni di ferro per “fertilizzare” i microrganismi oceanici, stimolare la loro attività di fotosintesi e far sì che assorbano più anidride carbonica dall’atmosfera riducendo così l’effetto serra. E’ l’affascinante ipotesi da cui è partito l’esperimento Soiree di un’équipe internazionale di studiosi, i cui risultati vengono ora pubblicati su Nature: nove tonnellate di sale ferroso sono state disciolte in un’area di 50 chilometri quadrati dell’Oceano Antartico, ed è stato verificato che già dopo 24 ore l’attività di fotosintesi del fitoplancton aumentava. Ma attenzione: prima di impiegare la tecnica su vasta scala, bisogna valutarne attentamente le conseguenze a lungo termine

Le ragioni di un successo a metà

Cibi biologici: l’Italia è prima in Europa, e terza nel mondo per la produzione, l’estensione dei terreni coltivati secondo metodi naturali e l’esportazione. Eppure ne consumiamo pochissimi. Per gli italiani i prodotti biologici continuano a essere cari, “fatti in casa” da aziende a conduzione familiare e prive di un controllo serio. Vincenzo Vizioli, presidente dell’Associazione italiana agricoltura biologica (Aiab), e Damiano Petruzzella, responsabile del settore agricoltura biologica dell’Istituto agronomico mediterraneo di Bari (Iamb), spiegano quali sono le ragioni che impediscono l’aumento di un consumo biologico forte

Energia o ecologia?

La politica e l’industria fanno i conti con la crisi ambientale: negli ultimi otto anni le emissioni complessive sono aumentate del 4,5 per cento, con picchi del 15 per cento dal settore trasporti e del 10 dalle centrali elettriche e dalle raffinerie. Eppure le maggiori aziende automobilistiche annunciano investimenti sulla trazione elettrica e il biodiesel mentre i produttori di energia puntano sulle soluzioni alternative. Se ne è parlato nell’ambito del convegno “Ecologia contro Ecologismo?”, organizzato dalla Fondazione CerviaAmbiente in occasione del premio internazionale CerviaAmbiente 2000

La Pangea Ultima

Se la crosta terrestre continuerà a spostarsi alla velocità attuale, tra qualche centinaio di milioni d’anni l’Atlantico sarà solo un ricordo e si potrà...

Geostar, il laboratorio degli abissi

Da una settimana la Geophysical and Oceanographic Station for Abyssal Research è immersa a duemila metri di profondità al largo di Ustica. E ora, questo laboratorio sottomarino robotizzato è pronto per iniziare a inviare i suoi dati. Adagiata in un punto nevralgico al confine fra la placca continentale africana e quella euroasiatica, Geostar studierà la geodinamica dei due continenti raccogliendo dati anche su campi magnetici, salinità e inquinamento delle acque. Galileo ha intervistato Giuseppe Smiriglio e Paolo Favali, i ricercatori dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia che hanno ideato e realizzato il progetto

Clonazione, brevetti sotto accusa

Greenpeace denuncia la presenza di gravi buchi normativi all’interno delle direttive europee che regolano la brevettabilità degli embrioni. Gli ambientalisti riprendono il caso dell’azienda...

Quando il mollusco diventa spazzino

Le spugne e i molluschi potrebbero rappresentare la soluzione ai problemi di depurazione di molte località italiane, soprattutto di mare. Sono questi organismi, infatti,...

Aspettando l’auto a idrogeno

Il caro-petrolio ha spinto le case automobilistiche a cercare una valida alternativa al combustibile classico. E la strada, quella che porta all’idrogeno, appare ormai decisa. Anche se si tratta di costruire colossali infrastrutture praticamente da zero. Ma da questa impresa c’è tutto da guadagnare, soprattutto a livello ambientale. L’idrogeno, infatti, non ha problemi di approvvigionamento ed è pulito, visto che il prodotto della sua combustione è semplicissima acqua. Ecco a che punto sono le grandi case costruttrici di automobili nella corsa all’idrogeno. Con la Bmw in pole position

“Quei fanghi uccidono il mare”

Greenpeace torna in azione. E questa volta lo fa a Livorno, dove ieri ha bloccato le operazioni di smaltimento in mare dei fanghi rimossi...

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