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In arrivo sette nuovi domini

Dopo un periodo di scontri e polemiche, stanno per essere finalmente varati sette nuovi domini: ”.biz” per le imprese, ”.name” per le persone, ”.pro”...

Dopo i Pc, l’Osservatorio

Negli ultimi mesi alle scuole italiane sono stati distribuiti computer, scanner, zip e stampanti. Peccato che nessuno abbia pensato alle iniziative di supporto e di formazione, soprattutto per gli insegnati chiamati a guidare la rivoluzione tecnologica nelle aule. A colmare la lacuna arriva ora l’Osservatorio tecnologico per le scuole italiane (Ote), un servizio telematico, promosso dal Ministero della Pubblica istruzione insieme al Programma di sviluppo delle tecnologie didattiche, presentato la scorsa settimana a Sestri Levante. Esplorando il sito dell’Ote si leggono notizie sulle ultime novità del settore software e consigli sulla gestione delle reti d’istituto o su come costruire pagine Web

Violata la privacy in Rete

Grave violazione della privacy sul sito Web del Comune di Milano. Nomi, cognomi, indirizzi, e-mail, numeri di telefono, certificati richiesti e altri dati di...

Computer sì, computer no

Un computer su ogni banco: è lo slogan dell’amministrazione Clinton per l’informatizzazione delle scuole Usa. Ma ora che il 95 per cento degli istituti americani è attrezzato per navigare su Internet, arrivano le polemiche: un gruppo di insegnanti, psicologi di varie università americane ha costituito l’Alliance for Childhood e ha proposto una moratoria contro il computer nelle scuole. L’accusa: alimenta lo stress, che può degenerare in aggressività, favorisce l’obesità, la miopia e potrebbe ritardare l’apprendimento linguistico. Galileo ne ha parlato con la psicologa dell’età evolutiva Anna Oliverio Ferraris

Vogliamo il freeware di Stato

Firma elettronica, carta d’identità digitale, certificati per via telematica: la società digitale avanza e solleva nuove questioni. E’ giusto che le strutture informatiche della pubblica amministrazione dipendano da software prodotti da aziende private, che non ne svelano i codici sorgente, costringendo gli utenti a utilizzare gli stessi programmi per usufruire dei servizi? Mentre dalla Francia e dalla Cina partono iniziative contro lo strapotere dei privati nell’informatica pubblica a favore del software open source, l’atteggiamento italiano rimane ambiguo. Galileo ne ha parlato con Andrea Monti, avvocato in prima linea per i diritti dei cittadini nell’era digitale

L’Fbi ci spia

Il nome, Carnivore, fa spavento. Come l’uso che se ne potrebbe fare (e che forse se ne sta già facendo). Si tratta di un...

Una Rete da due miliardi di pagine

Molto presto le pagine Web saranno più numerose degli esseri umani. Da un censimento presentato il 10 luglio dalla Cyveillance, una società che si...

Diario dal Forte

Non hanno ricevuto l’attenzione che i mass media hanno riservato a quelli oltreoceano, ma gli hacker italiani esistono. E si danno da fare. Ogni anno organizzano Hackmeeting, occasione per incontrarsi, scambiare idee, progetti. Ma soprattutto, per una volta, senza ricorrere al dialogo virtuale, gli hacker possono parlarsi faccia a faccia. Quest’anno la tre giorni – 16, 17 ,18 giugno – è stata ospitata dal Forte Prenestino di Roma, ex fortezza papalina trasformata alla fine degli anni Ottanta in centro sociale di spicco, tanto che il quotidiano francese Le Monde lo ha definito uno dei motori culturali della capitale. Un’inviata di Galileo era con loro

Il web è un papillon

Altro che connessione globale. Il 10 per cento dei siti è isolato dal cuore del Web. E la rete è divisa in tre, un po’ come il corpo e le ali di una farfalla. Ma solo quella centrale, che contiene circa un terzo dei siti web, è a elevata connessione. A ridisegnare la topologia della rete (che gli esperti stimano in oltre un miliardo di siti) sono stati Compaq, Ibm e Altavista allestendo un team di ricerca che ha analizzato oltre 500 milioni di pagine. E’ questo il primo importante risultato di una disciplina neonata: la cybergeography

Internet, Babele 2000

Nel 2003 gli americani saranno solo un terzo del popolo di Internet e l’inglese non sarà più la lingua ufficiale della rete. Così, invece del mercato globale potrebbe nascere una Babele virtuale. Ecco perché c’è chi sta mettendo a punto le Machine Translation, software capaci di tradurre in tempo reale qualsiasi lingua. Secondo il mensile Wired saranno questi programmi a salvare la rete. Galileo si è divertito a provarli per voi. Scoprendo che…

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