“Un giorno riceveremo segnali dagli extraterrestri”. Ma sarà troppo tardi

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“SE L’UNIVERSO e la nostra galassia pullulano di civiltà sviluppate, dove sono tutti quanti?”. Non è certamente una domanda banale. A porsela per primo, nel 1950, fu Enrico Fermi, a commento di un presunto avvistamento Ufo riportato dalla stampa. E nessuno, finora, ha saputo trovare la risposta definitiva. Forse anche a causa del silenzio assordante dei radiotelescopi che da decenni attendono – invano – con le orecchie tese eventuali segnali di vita aliena provenienti dallo spazio. A provare a rispondere a Fermi fu, per primo, l’astronomo americano Frank Drake, che nel 1961 mise a punto un’equazione che stima il numero di civiltà extraterrestri nella nostra galassia in grado di comunicare con il nostro pianeta. Da allora, diversi scienziati hanno lavorato sull’equazione, riaggiustandone e raffinandone i parametri per rendere la stima sempre più realistica. Ultimo, in ordine di tempo, l’italiano Claudio Grimaldi, ricercatore all’École Polytechnique Fédérale de Lausanne, che in un articolo appena caricato sul portale ArXiv, lavorando sull’equazione di Drake, ha mostrato, tra le altre cose, che se mai ricevessimo segnali extraterrestri, questi proverrebbero con alte probabilità da civiltà ormai estinte. Lo studio, che tra gli altri porta la firma dello stesso Drake, sarà prossimamente pubblicato sulla rivista Publications of the Astronomical Society of the Pacific.

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