Una nuova alga nel Mediterraneo

La flora del Mar Mediterraneo si arricchisce di una nuova specie. Si tratta della Leptofauchea coralligena, un’alga rossa che vive nelle acque occidentali del bacino, tra i 30 ed i 45 metri di profondità. La scoperta è di Conxi Rodríguez-Prieto, ricercatore dell’Università di Girona (Spagna) e Olivier De Clerck, biologo dell’Università di Ghent (Belgio). “Sino ad oggi”, spiega Rodríguez-Prieto sulle pagine dello European Journal of Phycology, “si riteneva che la Leptofauchea coralligena appartenesse al genere Rhodymenia, un’alga piuttosto comune che vive nelle acque superficiali del Mediterraneo”. La scoperta è importante anche perché si tratta dell’unica specie del genere Leptofauchea a vivere nel Mare Nostrum.

L’errore di classificazione, secondo i ricercatori, è da attribuire a una pratica erronea ma comune tra chi si occupa dello studio delle alghe: quella di basarsi sullo studio degli individui sterili per individuare i caratteri distintivi di una specie. Ma in questi le differenze specifiche nell’anatomia e nella morfologia vegetativa sono praticamente inesistenti. Per una corretta classificazione, è necessario invece studiare gli individui sessuati, che possiedono apparati e stadi riproduttivi differenti nelle varie specie. Rodríguez-Prieto e De Clerck hanno scoperto la Leptofauchea coralligena studiando l’apparato riproduttivo femminile di alcuni esemplari e avvalendosi di un’analisi genetica per confermare la loro ipotesi.

Il Mediterraneo gode di una ricchissima biodiversità animale e vegetale, per tutelare la quale è necessario conoscere a fondo tutte le specie che la compongono. La scoperta di Rodríguez-Prieto e De Clerck rappresenta un passo in questa direzione; un passo importante se consideriamo che lo studio delle alghe, complice il diffondersi della subacquea solo nel ventesimo secolo, soffre di un grande ritardo rispetto a quello delle specie vegetali terrestri. Il prossimo obiettivo? “Studiare se e in che modo il riscaldamento del Mediterraneo influisce sulla crescita e lo sviluppo delle alghe, nuova specie compresa” conclude Rodríguez-Prieto. (m.s.)

Riferimenti: DOI: 10.1080/09670260802357111

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