Ligo: osservate per la seconda volta le onde gravitazionali

Onde gravitazionali

La prima volta è servita a dimostrare che la teoria di Einstein è corretta: le onde gravitazionali esistono, e possono essere individuate e studiate con gli strumenti adatti. Neanche il tempo di riprendere fiato, però, e la storia si ripete: in una conferenza stampa gli scienziati di Ligo hanno annunciato di aver già osservato per la seconda volta il passaggio di onde gravitazionali. Un successo importante, perché dimostra che i due interferometri americani, a pieno regime, possono registrarle con cadenza regolare, e che l’astronomia delle onde gravitazionali è già una solida realtà.

Un onda partita un miliardo e mezzo di anni fa

L’osservazione in questione risale allo scorso 26 dicembre, e sarà dettagliata nei prossimi mesi in un articolo in fase di pubblicazione sulla rivista Physical Review Letters, a cui hanno collaborato anche i colleghi della Virgo collaboration (di cui fa parte anche il nostro Infn). Da Ligo però anticipano che si tratta di onde registrate da entrambi i rilevatori gemelli, Hanford e Livingstone, e anche questa volta dovrebbero essere state prodotte (circa un miliardo e mezzo di anni fa) negli attimi che hanno preceduto la fusione tra due buchi neri di dimensioni contenute, con una massa rispettivamente 14 e 8 volte superiore a quella della Terra.

È estremamente significativo che questi buchi neri fossero molto meno massivi di quelli osservati nel precedente rilevamento”, spiega Gabriela Gonzales, astronoma della Louisiana State University e portavoce della Ligo Scientific Collaboration. “Per via delle masse più leggere, le onde prodotte hanno passato infatti un tempo maggiore – circa un secondo in più – nello spettro di sensibilità dei rilevatori.

Ora la mappa dei buchi neri nell’universo

Come spiega Gonzales, la nuova scoperta segna l’inizio di un’importante fase di ricerche che puntano a mappare i buchi neri presenti nella nostra galassia. E avendo effettuato già due scoperte nell’arco di quattro mesi, i ricercatori ritengono che i rilevatori del Ligo dovrebbero riuscire a registrare il passaggio di onde gravitazionali con una certa frequenza.

Presto, inoltre, la potenza degli interferometri dovrebbe aumentare ulteriormente. La prossima sessione di rilevazioni inizierà infatti in autunno, e grazie a una serie di miglioramenti e upgrade degli strumenti, i ricercatori si aspettano che la sensibilità di Ligo aumenti fino a percepire segnali provenienti da un’area dell’Universo maggiore di circa una volta e mezza o due rispetto a quella attuale.

E a metà di questo secondo ciclo entrerà in funzione anche un terzo rilevatore: l’europeo Virgo, che ha sede proprio in Italia. “Nel prossimo futuro, Virgo si unirà a un crescente network di rilevatori di onde gravitazionali, che lavora a stretto contatto con una rete di telescopi che seguono i segnali dalla Terra”, racconta Fulvio Ricci, portavoce del team di ricerca del Virgo. “Lavorando insieme, i tre interferometri permetteranno una localizzazione ancora più precisa nella volta celeste dei segnali raccolti”.

via Wired.it

1 commento

  1. Data 18/06/2016. Sono un autodidatta, contestatore per natura, tuttavia, innocuo e rispettoso delle idee degli altri.
    Nel mio sito http:// vittoriodascanio.altervista.org sulla rete dal 2009 espongo idee sulla GRAVITA’ PRIMARIA intesa come unica forza della natura. Le 4 forze ufficiali “certificate” dalla Scienza, in tale visione, sono solo aspetti della prima ed unica…..Parlo di gravità primaria per distinguerla dal suo effetto secondario che conferisce il peso dei corpi.
    L’esperimento LIGO mi pare che possa essere una continuazione dell’esperimento di MICHELSON per accertare l’esistenza dell’etere, e, se era solidale con la Terra (cosa inconcepibile perché avrebbe rimesso la Terra al centro dell’universo). Realizzato all’equatore doveva anche rilevare il conseguente vento etereo ed i suoi effetti sulla velocità della luce che doveva variare sommandosi/sottraendosi alla velocità di rotazione del pianeta. L’esperimento dimostrò che la velocità della luce, rilevata da est o da ovest, rimaneva COSTANTE…….Se ne avrebbe dovuto dedurre che l’etere esisteva e che era solidale con la Terra, anzi che ruotava con la Terra……Eliminato l’etere (riesumato, ora, come campo di HIGS, probabilmente) si preferì dogmatizzare che la velocità della luce era UNA COSTANTE INVARIABILE…….
    Nel mio sito dico più semplicemente che il campo gravitazionale terrestre METTE UN LIMITE DI VELOCITA’ alla luce: quello di 300 mila Km/s……..Nell’universo dovrebbe essere più alto…….Questa ipotesi spiega molto meglio tanti altri fenomeni come gli spostamenti verso il rosso e le lenti gravitazionali……
    Senza allungare troppo il discorso (sul mio sito c’è altro), possiamo ritenere che le onde gravitazionali (meglio sarebbe chiamarli tsunami gravitazionali) DEFORMANDO LA SFERICITA’ DEL CAMPO GRAVITAZIONALE TERRESTRE, influenza la velocità dei LASER sui rami del LIGO…..Fenomeni regolarmente rilevati dai fisici…….
    E’ sconvolgente che fenomeni distanti anni luce possano dare informazioni che, ne sono certo, condurranno alla migliore conoscenza della gravità e alla CIVILTA’ GRAVITAZIONALE di cui parlo nel mio sito…….Purtroppo STIAMO PERDENDO TEMPO PREZIOSO…Vittorio D’Ascanio.

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