Astronomia partecipata

Ogni appassionato di astronomia, professionista o dilettante, potrà contribuire alla missione spaziale Glast, il progetto internazionale sviluppato all’interno del programma della Nasa per lo studio della struttura e l’evoluzione dell’Universo, e del programma di ricerca di fisica fondamentale senza acceleratori del Department of Energy (Doe) cui partecipano anche Francia, Germania, Italia, Giappone e Svezia.

La sonda Gamma Ray Large Area Space Telescope, lanciata in orbita lo scorso 11 giugno da Cape Canaveral (anche con il contributo dell’Italia) avrà, tra gli altri compiti, quello di studiare le emissioni di raggi gamma da parte di un particolare tipo di corpi celesti molto luminosi noti come blazar, solitamente associati ai buchi neri supermassicci presenti al centro delle galassie attive. Per la comprensione di questi fenomeni è fondamentale il contributo delle osservazioni con i telescopi ottici, che integrano le misurazioni effettuate dal Glast sui raggi gamma. “Campagne di osservazioni correlate Glast-Ottico”, riportano i promotori della collaborazione tra l’Unione astrofili italiani (Uai) e il progetto Glast, “permetteranno infatti di studiare i tempi-scala caratteristici della variabilità alle diverse lunghezze d’onda. Si tratta di informazioni molto importanti per l’interpretazione teorica dei meccanismi responsabili dell’emissione gamma di alta energia”.

In questo contesto, sottolineano i ricercatori, la partecipazione degli astrofili può essere davvero fondamentale. Proprio per la loro intensa luminosità, questi corpi sono osservabili con telescopi anche di dimensioni ridotte (fino a 20 centimetri di diametro). Per ottenere i dati è sufficiente utilizzare un telescopio, una fotocamera CCD per uso astronomico e filtri per fotometria. Chiunque può collaborare al progetto inoltrando all’indirizzo e-mail dell’Uai (ricerca@uai.it) la propria richiesta di iscrizione e inviando successivamente le proprie osservazioni. (s.s.)

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