Dopo il via libera alle mascherine fai da te lo scorso 8 maggio, e un primo tentativo di comunicazione al pubblico, l’Istituto superiore di sanità ritorna sul tema con un’infografica apparsa in questi giorni nella sezione “ISS per COVID-19” del suo sito. Un pdf scaricabile dal titolo “Come autoprodurre le mascherine di comunità” (datato 23 maggio 2020) che presenta in una forma più grafica e narrativa, indicazioni pratiche e risposte a dubbi e curiosità in merito a efficacia e utilizzo delle mascherine di comunità, fatte in modo artigianale, indicate dallo scorso 26 aprile come strumento di prevenzione del contagio da coronavirus adottabile dalla popolazione generale. In alternativa, s’intende, alle introvabili (oltre che onerose, scomode e inquinanti) mascherine chirurgiche “nei luoghi chiusi e in tutti gli altri contesti, anche all’aperto, in cui è difficile mantenere il distanziamento sociale”.
Il documento (riadattamento di materiale dei CDC Usa) afferma che le mascherine di comunità, pur non essendo standardizzate, come invece le cosiddette mascherine chirurgiche (che sono veri e propri presidi medici), possono contribuire alla prevenzione del contagio nella popolazione generale. E, rispetto al precedente materiale informativo diffuso dall’Istituto, aggiunge alcune importanti precisazioni sulla sicurezza del loro utilizzo da parte di determinati soggetti. “Le mascherine di comunità in stoffa”, precisa l’Iss, “non devono essere utilizzate da chi ha difficoltà a respirare, o è incapace di rimuoverle da solo; in Italia comunque non c’è l’obbligo di far indossare mascherine ai bambini con meno di sei anni”. Inoltre, l’infografica risponde a domande pratiche: Le mascherine autoprodotte devono essere lavate? Sì, devono essere lavate ogni volta che sono state usate e possono essersi contaminate. Come si possono pulire in modo sicuro? È sufficiente un lavaggio in lavatrice a 60°C.
Infine, l’infografica illustra come come poter realizzare a casa una mascherina di stoffa, non proprio basica e di recuperation come quelle che vi avevamo mostrato tempo fa, consigliate dai Cdc statunitensi, ma abbastanza facile da realizzare per chi sa tenere in mano ago e filo (e magari dispone di una macchina da cucire). Un modello “classico”, a rouches, da realizzare in “cotone o altro tessuto non allergizzante, a trama fitta” nelle fantasie e nelle nuance preferite e più adatte all’imminente clima estivo. Buon lavoro!
Fonte: Iss
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