Quanto è difficile prevedere un’alluvione?

alluvione
(Credits: Hans Braxmeier da Pixabay)

Nemmeno una settimana fa, Matera ha dovuto affrontare l’alluvione, Venezia una straordinaria alta marea. Ha fatto paura l’Arno a Pisa, dove la piena del fiume ha minacciato le case e l’università. Fa paura il Reno in Emilia e a Budrio il fiume Idice è esondato di nuovo. Sono fenomeni che vanno intensificandosi e, ricordano gli esperti, in futuro ci aspettano piogge più concentrate e cospicue. Conseguenze della crisi climatica che in forme diverse ci riguarda tutti. Proprio in questi giorni, il problema dell’acqua sta investendo anche il Regno Unito. Mentre Venezia annegava, ampie aree del nord dell’Inghilterra lottavano contro l’alluvione. La scorsa settimana sono esondati nello Yorkshire i fiumi Denwert e Don, che ha allagato Fishlake. Oggi, più a sud, è allerta per i fiumi Severn e Avon. A raccontare la situazione è Hannah Cloke, scienziata esperta di inondazioni, e ci spiega perché è ancora così difficile prevedere e affrontare eventi del genere.

“Prima che leggiate questa storia, fermatevi un minuto per guardarvi attorno. Ora immaginate ciò che vi sta attorno sotto mezzo metro di acqua sporca, piena di liquami. Se siete a casa, tutto è già da buttare. Non preoccupatevi della vostra auto, dei mobili o della lavatrice. Saranno rovinati, ma sono cose che si possono sostituire. Pensate invece all’album di matrimonio, fradicio e irriconoscibile. Il carillon che vostra nonna vi ha dato, pieno di fango maleodorante.

Questa è la realtà dell’alluvione. E, tristemente, è la realtà che molte persone in Inghilterra – in Yorkshire e Lincolnshire [e anche in Italia, ndt]– hanno dovuto affrontare recentemente. Cosa più tragica: le inondazioni possono essere mortali.

Dato che, quando accade, causa enormi costi su persone e proprietà, è ragionevole chiedersi perché, in uno dei paesi più ricchi del mondo, non si possa fare di più per prevenire le inondazioni. E, se proprio non prevenirle, almeno sapere più precisamente quando e dove colpiranno.

Come idrologo e meteorologo che si occupa di inondazioni, passo la mia vita facendo quello. E nonostante il lavoro di alcuni dei più intelligenti scienziati, supercomputer tra i più avanzati al mondo, e il grande impegno dei lavoratori sul campo, le inondazioni restano bestie difficili da conoscere con precisione. E se avete mai pensato che casa vostra non ne sarà mai colpita, dovreste sapere che le alluvioni possono accadere quasi dappertutto, in qualsiasi momento.

Fare modelli del caos

Alcuni dei più meravigliosi aspetti della Gran Bretagna – il tempo cangiante e i paesaggi spettacolari – sono anche quanto rende il paese così suscettibile alle alluvioni. Quando le belle vallate dei fiumi e le basse pianure – così come le città e le aree urbane – sono travolte da piogge battenti, improvvisi acquazzoni o alte maree con tempeste, le inondazioni arrivano velocemente. Specialmente se c’è una falla inaspettata nelle infrastrutture atte ad arginare l’acqua e impedire l’esondazione, come è accaduto al Ponte Whaley in Yorkshire nell’agosto di quest’anno.

In Doncaster all’inizio di novembre, soltanto una leggera variazione nel meteo tutto sommato solito è stata sufficiente per causare allagamenti. Masse d’aria fredda e calda di norma si schiacciano l’una contro l’altra verso il Nord America, facendo da fabbrica di tempeste nell’Atlantico. Questi sistemi sono spesso sospinti verso l’Europa dalla forza e dalla direzione delle correnti a getto. Il terreno umido del nord dell’Inghilterra è parte del meccanismo, ma basta aggiungere un forte rovescio, causato da un fronte atmosferico roteante che si blocca su una area – e avrete un’alluvione.

Negli ultimi decenni le previsioni meteo sono migliorate – oggigiorno le previsioni su tre giorni sono accurate come quelle su 24 ore degli anni ’90. Ma non sono mai perfette.

Moltiplicate l’incertezza delle previsioni meteo con la complessità di fare modelli del percorso che l’acqua compie attraverso il territorio – sia sopra che sottosuolo – e avrete un’idea delle difficoltà che affronta chi fa previsioni. Dobbiamo prendere in considerazione tutte le diverse strade che una sola goccia di pioggia può prendere. Ci sono miliardi di miliardi di diverse possibilità e ciò richiede molte ipotesi.

Questo per quanto riguarda prevedere del futuro. Ma non si può imparare dal passato?

Molte persone nelle aree colpite dalle alluvioni hanno dichiarato che non c’erano mai stati precedenti. I residenti persino più vecchi hanno detto di non aver mai visto nulla di simile. Dobbiamo tuttavia ricordare che il nostro territorio è vecchio di millenni, milioni di anni. È necessario dunque ragionare su scale temporali ben più lunghe di quelle di una sola vita umana. E a maggior ragione oggi che territorio e clima stanno cambiano e che nemmeno la miglior serie di dati storici può far da indovino del futuro.

Fishlake [villaggio della regione inglese dello Yorkshire, recentemente inondato, ndt] non ha subito alluvioni negli ultimi anni, ma oggi è sotto l’acqua del fiume Don. Il suo nome acquoso non è probabilmente una coincidenza. Né lo è quello di Meadowhall, il centro commerciale di Sheffield, quasi certamente costruito su un prato [in inglese ‘meadow’, ndt] alluvionale. L’8 novembre è naufragato. Ma certo, le persone tendono preferire la vita lungo il fiume – e non associano lo sviluppo di una bella riva con acque sporche o foto del matrimonio distrutte.

L’alluvione è difficile da prevedere e da fronteggiare. Ma accade. È sempre successo – e sappiamo che più il clima si surriscalda a causa delle attività umane più assisteremo a simili eventi. È difficile però convincere le persone a prepararsi al peggio se non sanno di essere a rischio.

Qui è dove dovrebbe entrare in campo il governo. Per meglio prepararci alle inondazioni, abbiamo bisogno di scelte difficili, costose ma razionali sulla difesa dall’acqua. Ciò significa prendere seriamente in considerazione il rischio di edificare case e attività sulle golene e pianificare queste aree il più possibile altrove. Se non c’è altra opzione, allora gli standard di costruzione a prova di alluvione devono diventare di gran lunga superiori. I costruttori devono essere tenuti ad assicurare il rispetto degli standard e i proprietari essere pienamente informati dei rischi.

Le previsioni e gli allarmi alluvione possono sempre essere migliorati e io e i miei colleghi lavoreremo sodo nei prossimi anni. Ma non possiamo aspettarci che i residenti, gli agricoltori e le aziende affrontino il problema da soli.”

Conversation

Articolo pubblicato originariamente in inglese su The Conversation. Traduzione a cura della redazione di Galileo.

(Immagine di copertina: Hans Braxmeier da Pixabay)

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