Il mondo in una mappa

Elvio Lavagna, Guido Lucarno  
Geocartografia
Zanichelli 2007, pp. 140, euro 12,00

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Viviamo in un mondo che sembra non potere più fare a meno delle mappe. I navigatori GPS sono stati tra i gadget elettronici più venduti lo scorso anno, quando si parla di satellite si comincia a non pensare solamente ai programmi televisivi ma alle immagini dall’alto, e i servizi come Google Maps e Google Earth diventano sempre più ricchi di informazioni, anche condivise. Anche se ormai crediamo di sapere tutto al riguardo, non è però così semplice sapere leggere una cartina geografica, e se appena ci spostiamo dalle versioni interattive che ci invitano più o meno perentoriamente a “effettuare inversione di marcia, se possibile” possiamo trovarci a malpartito.

Zanichelli, sempre attenta all’editoria didattica, ha opportunamente pensato di pubblicare questo manuale, dove non solo viene spiegato praticamente tutto quello che serve per leggere le carte geotopografiche, ma ci sono anche delle utili informazioni su molti campi collegati. La parte iniziale, per esempio, tratta le rappresentazioni possibili della superficie terrestre sulla carta. Molte persone si ricorderanno dai tempi della scuola che non è possibile schiacciare la superficie di una sfera su un piano senza deformarla, ma leggendo il libro si scopre che ci sono proiezioni cartografiche davvero di tutti i tipi, non solamente quelle più direttamente matematiche ma anche quelle modificate per cercare di ridurre al minimo le inevitabili distorsioni delle mappe perlomeno riguardo alle terre emerse: se la carta non serve per andare in mare, infatti, ci si può anche permettere il lusso di tagliare gli oceani spezzettandoli e facendo in modo che la superficie del pianeta assomigli a una serie di spicchi di mela.

Ma non è affatto detto che la precisione delle mappe sia sempre l’unico scopo cui tendere quando si prepara una carta: a parte il capitolo dedicato alla storia della cartografia, che in un certo senso rappresenta anche la storia vera e propria visto che le modifiche al modo di costruzione delle mappe rispecchiano le nuove scoperte ma anche l’evolversi delle tecnologie civili e militari che richiedono di indicare sempre nuove cose nel territorio, un capitolo a sé è dedicato ai vari tipi di carte. Non esistono infatti soltanto le mappe a vari livelli di scala, con i relativi pregi e difetti, ma c’è una pletora di carte tematiche per tutti i gusti, alcune delle quali sono assolutamente irriconoscibili a chi è abituato alle cartine usuali. Esempi di queste “mappe particolari” si possono vedere sul blog in lingua inglese http://strangemaps.wordpress.com/ che raccoglie esemplari davvero interessanti.

La seconda parte del libro è dedicata alla lettura delle carte geotopografiche. Non è in effetti facile riuscire a leggere una cartina, soprattutto se non ci si limita a stare su una comoda autostrada ma ci si muove magari a piedi sul terreno. Gli autori, partendo dalle rappresentazioni dell’Italia e basandosi soprattutto sulle mappe dell’Istituto Geografico Militare, fanno un lavoro eccezionale nello spiegare come, oltre ai simboli che si trovano nelle legende e che tutti noi conosciamo, ci sono svariate altre indicazioni per cosi dire implicite che sono nascoste nel modo in cui la carta è disegnata. Pensandoci un po’ su si può immaginare che se le isoipse (le linee che congiungono i punti situati alla stessa altezza) sono più vicine tra loro, allora in quel tratto il terreno è più scosceso; però è molto più difficile fare caso all’ombreggiatura, che pure è accuratamente studiata proprio per far sì che con un colpo d’occhio si abbia un’idea dell’andamento dei rilievi. Indubbiamente il risultato è riuscito perfettamente.

In definitiva, oltre che un ottimo manuale, questo libro è un utile testo per tutti coloro che amano muoversi nel territorio, e magari vogliono anche scoprire come è cambiato nel tempo: spesso le carte geografiche non sono infatti così aggiornate, ma questo non è certo colpa degli autori del libro.

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