La nascita di stelle a 12 miliardi di anni luce

È una fotografia che arriva da lontano, quella appena rilasciata dal radiotelescopio Alma (Atacama large millimeter/submillimeter array), in Cile. Ritratte, in posa, un gruppo di stelle in formazione, in una zona che si trova a 12 miliardi di anni luce dalla Terra, in un’immagine elaborata in modo indipendente da sette gruppi di astronomi, compresi quelli dell’Inaf), Istituto nazionale di astrofisica. Il lavoro ha consentito di ottenere una serie di immagini con un livello di dettaglio mai osservato prima per un gruppo di stelle in formazione così lontane, grazie alle 66 antenne che lavorano in parallelo.

Alma ha osservato una lontana galassia chiamata SDP.81 (dove si trovano le stelle di cui si parla) la cui luce e cui segnali radio sono stati curvati e ingranditi da un secondo oggetto spaziale di grande massa che si trovava in primo piano, per un effetto noto come lente gravitazionale, realizzando un quasi perfetto “Anello di Einstein”. La galassia osservata in questo caso è stata scoperta nel 2010, attraverso il telescopio spaziale Herschel, da Mattia Negrello, ricercatore Inaf presso l’Osservatorio astronomico di Padova.

Le immagini definitive sono state ottenute per mezzo di modelli matematici molto sofisticati che sono stati in grado di correggere la distorsione subita dalle luce e dalle radiazioni attraverso la lente gravitazionale. L’analisi dei dati ha anche permesso di capire che la seconda galassia che si trova tra noi e SDP.81, contiene un buco nero supermassiccio dotato di massa 200-300 milioni più grande di quella del Sole.

“Con Herschel”, ha dichiarato Negrello parlando all’Ansa, “vedevamo la galassia a una risoluzione troppo bassa, che non ci permetteva di distinguere la sua struttura e i suoi contenuti. Alma ha permesso di osservare la galassia a una risoluzione senza precedenti per un oggetto così lontano, nato ai primordi dell’universo, dopo 1,7 miliardi di anni dal Big Bang. I ricercatori hanno così osservato una zona centrale e più compatta della galassia, dove si formano continuamente nuove stelle: in essa nasce una stella simile al Sole ogni 5-6 ore, in confronto nella Via Lattea ne nasce una ogni anno”.

“Questa regione”, ha aggiunto l’astronomo, “si estende per circa 6.500 anni luce, alla sua destra vi sono le stelle già nate mentre in alto e in basso le stelle più vecchie”. Questo tipo di distribuzione, continua Negrello, potrebbe essere la ‘spia’ di uno scontro cosmico: “le stelle più anziane potrebbero essere ciò che resta di due galassie che si sono scontrate e l’impatto potrebbe aver innescato la formazione di nuove stelle”.

Riferimenti: Mon. Not. R. Astron. Soc. 2014

Credits immagine: ALMA (NRAO/ESO/NAOJ)/Y. Tamura (The University of Tokyo)/Mark Swinbank (Durham University)

1 commento

  1. A mio parere sarebbe più corretto dire che la luce di queste stelle ha viaggiato per 12 miliardi di anni luce. Mentre per effetto dell’espansione e in base ai parametri cosmologici attualmente disponibili (missione ESA Planck) si trovano a una distanza (comoving) oggi di circa 26 miliardi di anni luce da noi, mentre al momento dell’emissione queste stelle stavano ad una distanza di circa 5,6 miliardi di anni luce da noi (ovvero da quello che c’era nella posizione dello spazio in cui attualmente ci troviamo). E’ l’effetto più immediato e meraviglioso della espansione dell’Universo.
    Cordiali saluti

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