Quale futuro per la CO2?

Un futuro cambiamento climatico potrebbe influenzare la circolazione degli oceani e di conseguenza l’assorbimento di anidride carbonica (CO2) nei bacini oceanici. Lo sostiene Atul Jain, docente di scienze dell’atmosfera presso l’Illinois University di Urbana Champaign. Che ha sviluppato, insieme al collega Long Cao, un modello per prevedere le interazioni atmosfera-oceani e clima-ciclo del carbonio. Iniettare anidride carbonica nelle profondità degli oceani è considerata oggi una delle possibili strategie per controllare i livelli di CO2 nell’atmosfera e attenuare così gli effetti del riscaldamento globale. Tuttavia, trovare un posto sicuro in cui imprigionare il carbonio può essere più complesso di quanto gli scienziati si aspettassero: “La circolazione oceanica”, spiega Jain, “potrebbe mutare col clima e influire sul tempo di ritenzione della CO2 iniettata negli oceani, alterando la capacità che questi hanno di immagazzinare il carbonio e quindi anche la concentrazione atmosferica di CO2”. In particolare, all’aumentare delle temperature sulla superficie dei mari la densità dell’acqua decresce, rallentando così la circolazione oceanica. In tal caso, secondo il modello di Jain e Cao, la capacità degli oceani di assorbire anidride carbonica diminuisce, lasciando dunque più CO2 nell’atmosfera. Allo stesso tempo, però, la ridotta circolazione decrementa la ventilazione verso l’atmosfera del carbonio iniettato nelle profondità oceaniche. “Il nostro modello”, sottolinea Jain, “mostra che questo effetto è dominante nell’Oceano Atlantico”. Jain e Cao presenteranno i risultati della loro ricerca al prossimo meeting dell’American Geophysical Union, a San Francisco. (f.to.)

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