Ambiente

Perché non ci sono i canguri in Indonesia?

Perché non ci sono tigri in Australia e canguri in Indonesia? In altre parole, cosa ha favorito in passato le migrazioni animali e la diffusione di alcune specie in determinati continenti? A tentare di rispondere a questa domanda è un gruppo di ricerca dell’Australian National University guidati da Löic Pellissier. In uno studio pubblicato su Science i biologi hanno infatti esplorato le dinamiche biogeografiche di oltre 20.000 specie di vertebrati nella regione nel corso di 30 milioni di anni. Scoprendo come la capacità di dispersione delle specie, la loro capacità di adattamento e il clima in cui si sono evolute spieghino perché questi trasferimenti biotici siano disuguali, con più specie che si diffondono da un continente verso l’altro anziché viceversa.

Sunda, Wallacea e Sahul

Per ricostruire la storia e le ragioni di questi spostamenti, i ricercatori hanno riavvolto il nastro del tempo, risalendo a oltre 30 milioni di anni fa, quando l’Australia cominciò a staccarsi dall’Antartide, convergendo con la placca dell’Eurasia. A quel periodo risale la complessa architettura di centinaia di piccole isole che è la Wallacea. Una linea di confine, la linea di Wallace – dal nome del suo scopritore Alfred Russel Wallace – separa la Wallacea, insieme alla sfera continentale del Sahul – Australia e Nuova Guinea – dalla cosiddetta Sunda, a nord della Wallacea, che comprende Myanmar, Cambogia, Vietnam, Laos, Thailandia, Malesia e parte dell’Indonesia.

Questa linea è anche un confine zoogeografico: la distribuzione delle specie a Nord della linea non è la stessa di quella a Sud di essa. Solo roditori vagili e pipistrelli sono stati in grado di spostarsi agevolmente tra oltre questo confine. In questo senso, l’interscambio biotico attraverso la linea di Wallace risulta asimmetrico: le specie che dalla Sunda migrano al Sahul sono il doppio di quelle che fanno il percorso inverso.

I canguri 30 milioni di anni fa

Oltre a considerare la storia biogeografica dell’interscambio, i biologi dell’ANU hanno combinato ricostruzioni paleo ambientali di temperatura, precipitazioni e movimenti di placche nell’arco di 30 milioni di anni. Poi hanno studiato i dati pubblicati di campioni filogenetici di 20.433 specie appartenenti a 227 famiglie presenti nell’arcipelago Indo-Australiano. E con questo approccio hanno ricostruito come i fattori ambientali – livelli delle precipitazioni nelle diverse nicchie ecologiche, temperature, estensione – abbiano influito sulla capacità delle specie di disperdersi, e quindi sul trend asimmetrico osservato nelle modalità di dispersione tra i due continenti.

La pietra miliare

Per una comprensione più profonda del fenomeno migratorio delle specie, mostra lo studio australiano, bisogna dunque ricostruire le connessioni climatiche esistenti tra due ecosistemi e, soprattutto, quanto le specie che migrano abbiano la tendenza a colonizzare anche spazi con diverse caratteristiche climatiche rispetto a quelle di origine. Nel caso della regione Indo-Australiana, le specie avrebbero migrato principalmente verso nicchie ecologiche simili alle regioni d’origine. Le discendenze del Sundan si sono evolute in nicchie più vicine alle condizioni della Wallacea e quindi hanno colonizzato per prima le affioranti isole wallaceane. Al contrario, le specie del Sahul, generalmente poco adatte a colonizzare con successo la proto-Wallacea, hanno varcato la linea di Wallace dopo l’emersione delle montagne della Nuova Guinea, che ha giocato il ruolo di pietra miliare per la colonizzazione da parte di questi vertebrati terrestri.

Riferimenti: Science

(Credits immagine: Ashish Upadhyay su Unsplash)

Redazione Galileo

Gli interventi a cura della Redazione di Galileo.

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