I Babilonesi conoscevano già la geometria astronomica

Spazio = tempo * velocità. Questo teorema, e le sue conseguenti applicazioni in campo astronomico, sono solitamente datati all’inizio del quattordicesimo secolo, e attribuiti agli scienziati europei di Oxford e Parigi, che per primi avrebbero applicato nozioni geometriche all’astronomia. Tuttavia, in seguito alla traduzione di alcune tavolette cuneiformi prodotte dagli antichi Babilonesi, vissuti a partire dal II millennio a.C., è emerso che anche gli astronomi di questa antica civiltà avrebbero usato la geometria moderna per prevedere e confermare la posizione di Giove nel tempo.

Nello studio, pubblicato su Science, l’astro-archeologo Mathieu Ossendrijver descrive il processo di traduzione delle 4 tavolette cuneiformi di argilla, ritrovate quasi intatte e prodotte tra il 350 e il 50 a. C.. In esse vengono rappresentati due intervalli di tempo in cui Giove si trova sopra l’orizzonte, e tracciano la sua posizione dopo 60 e 120 giorni. I testi contengono calcoli geometrici basati sull’utilizzo dell’area del trapezio e della lunghezza dei suoi lati, contraddicendo la credenza che i Babilonesi ricorressero solamente a calcoli aritmetici. Gli antichi astronomi hanno anche calcolato il tempo impiegato dal pianeta a coprire la distanza, dividendo il trapezio in due trapezi più piccoli di area uguale, e ricorrendo alla geometria in modo astratto, per definire tempo e velocità.

Secondo Ossendrijver, queste tavolette hanno il potere di riscrivere la storia dell’astronomia: sembrerebbe infatti che gli accademici europei, che si credeva avessero sviluppato per primi questi calcoli nel quattordicesimo secolo, fossero di fatto in ritardo di centinaia di anni rispetto ai Babilonesi. Parliamo per esempio degli accademici del Merton College di Oxford, a cui viene solitamente attribuito il teorema spazio = velocità * tempo; e il parigino Nicole Oresme, che ha ottenuto la stessa formula utilizzando le aree dei trapezi.

Babilonesi sembrano aver preceduto anche gli astronomi greci quali Aristarco di SamoIpparco di Nicea e Claudio Tolomeo, che utilizzavano metodi geometrici per eseguire calcoli astronomici, ma non li applicavano allo spazio matematico astratto che rappresenta spazio e velocità, come invece hanno fatto i Babilonesi.

Riferimenti: Science doi: 10.1126/science.aad8085

Credits immagine: Trustees of the British Museum/Mathieu Ossendrijver

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