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Un big bang nell’evoluzione
L’evoluzione della mente
E’ la necessità di comunicare a guidare l’evoluzione e lo sviluppo del cervello? Ne hanno discusso ricercatori di diverse discipline – dall’entomologia all’etologia passando per la psicologia infantile e comparata – al convegno “Evolution of Mind”, svoltosi qualche settimana fa alla Royal Zoological Society di Londra e organizzato dall’Associazione per lo Studio del Comportamento Animale
Darwin dietro le quinte
Ha provato a fare il medico e il prete. Senza successo. Poi Charles Darwin è riuscito a dedicarsi alle sue passioni: la storia naturale, la geologia e l’entomologia. E noi lo ricordiamo per questo. Il 18 novembre prossimo vengono pubblicate, tradotte in italiano dall’editore Raffaello Cortina, le “Lettere 1825-1859” con le quali il padre della teoria dell’evoluzione della specie si racconta. Prima durante e dopo la straordinaria esperienza del Beagle
Richiamo omosex per gli scarafaggi
I comportamenti omosessuali possono favorire l’evoluzione della specie. Almeno nel caso degli scarafaggi. Simulando l’amplesso, le femmine di Diaprepes abbreviatus attirano l’attenzione dei maschi più grossi. E ci si accoppiano, riuscendo così a selezionare i partner migliori e tramandare alla prole i geni ‘vincenti’. Uno studio pubblicato su Nature illustra in dettaglio questo bizzarro comportamento
Un Neanderthal a cena
Due adulti, due adolescenti e due bambini. Uccisi 100 mila anni fa e divorati dai membri della loro stessa tribù. Secondo i ricercatori le loro ossa, emerse dagli scavi di Moula-Guercy, in Francia, sono la prova definitiva che gli uomini di Neanderthal erano cannibali. Tagli netti lungo le articolazioni, segni di scarnificazione, di colpi inferti per estrarre e mangiare il cervello e il midollo. Ora si cercherà di scoprire perché, in una regione dove il cibo abbondava, questi nostri lontani cugini si nutrivano dei propri simili
L’Oreopitheco, una scimmia bipede di 9 milioni di anni fa
Un antenato a sorpresa
Si chiama Australopithecus garhi, è un nostro lontano progenitore, ma nessuno aveva previsto l’esistenza di questa nuova specie. Nemmeno Tim White, uno dei massimi esperti di resti ominidi, che lo ha trovato nel deserto di Afar in Etiopia. La scatola cranica ricorda quella delle grandi scimmie, ma i denti assomigliano invece a quelli di specie più evolute. E ad aumentare la sorpresa è stato trovato vicino a fossili di arti che ricordano quelli di Homo. Galileo ha chiesto a Giorgio Manzi, paleoantropologo dell’Università “La Sapienza” di Roma di spiegarci i nuovi scenari aperti da questo straordinario ritrovamento
Il segreto dei coccodrilli giganti
Le età della discordia
Quando è nato l’Homo sapiens? La questione, ancora aperta, è una di quelle che più appassionano i paleoantropologi. Anche perché stabilire quando la nostra specie ha fatto la sua comparsa sulla Terra è una faccenda che va oltre la semplice curiosità scientifica. Uno dei problemi cruciali è la datazione dei reperti fossili. Le diverse tecniche per stabilire quanto sia antico un reperto vengono via via raffinate e perfezionate. Per questo, a volte, l’origine di Homo sapiens si “sposta” avanti o indietro nel tempo anche di centinaia di migliaia di anni. Con qualche discussione tra gli studiosi