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Cure da ominide

La capacità di accudire i propri simili non autosufficienti potrebbe essere stata presente anche nei nostri lontani antenati pre-Neandertaliani,. A suggerirlo sono alcuni fossili...

Un progenitore a faccia piatta

Un ominide vissuto in Kenia 3.5 milioni di anni fa getta lo scompiglio nelle teorie sull’evoluzione dell’uomo. Fino a oggi i paleontologi ritenevano che...

Il nonno di Lucy

Un nuovo tassello nel puzzle della storia evolutiva dell’uomo. Questo il ruolo dello scheletro ominide, molto probabilmente un bambino, rinvenuto in Etiopia, e risalente...

Silenzio, parla il professor Walker

Ha scoperto il primo ominide a noi noto che camminasse su due zampe. Ha scoperto e studiato il “ragazzo del Turkana”, un adolescente di 1,6 milioni di anni fa il cui scheletro è il più completo che sia mai stato trovato. Alan Walker, antropologo e biologo alla Penn State University, ha dedicato tutta la carriera a studiare i resti dei nostri antenati e oggi è una delle massime autorità mondiali nello studio degli ominoidi e ominidi fossili. Galileo lo ha intervistato assieme Pat Shipman, sua compagna nella vita e nel lavoro, in occasione di una conferenza tenuta nei giorni scorsi a Roma. Un incontro nel quale il professore ha smontato tutte le nuove teorie avanzate di recente in paleoantropologia

Il nonno degli eurasiatici

Ha un milione e settecentomila anni e potrebbe essere il primo ominide, venuto dall’Africa, ad aver colonizzato il continente eurasiatico. I suoi fossili sono stati rinvenuti nella zona di Dmanisi, in Georgia, da un’équipe internazionale di ricercatori. Lo studio, pubblicato questa settimana su Science, dimostra la diretta discendenza di questi ominidi dalla specie africana Homo ergaster e anticipa di molto la datazione della prima diffusione umana dall’Africa verso l’Asia e, forse, verso l’Europa. Galileo ne ha discusso con Giorgio Manzi, docente di Paleontologia Umana all’Università “La Sapienza” di Roma

Un Neanderthal a cena

Due adulti, due adolescenti e due bambini. Uccisi 100 mila anni fa e divorati dai membri della loro stessa tribù. Secondo i ricercatori le loro ossa, emerse dagli scavi di Moula-Guercy, in Francia, sono la prova definitiva che gli uomini di Neanderthal erano cannibali. Tagli netti lungo le articolazioni, segni di scarnificazione, di colpi inferti per estrarre e mangiare il cervello e il midollo. Ora si cercherà di scoprire perché, in una regione dove il cibo abbondava, questi nostri lontani cugini si nutrivano dei propri simili

L’Oreopitheco, una scimmia bipede di 9 milioni di anni fa

E’ di nuovo polemica sull’origine del bipedismo. Un ominide vissuto in Italia tra 7 e 9 milioni di anni fa, contrariamente a tutti gli altri esemplari di scimmie antropomorfe finora studiati, camminava su due zampe. A questo sorprendente risultato sono giunti i ricercatori italiani e spagnoli che hanno analizzato i fossili di questo primate conservati fin dagli anni ‘50 nel museo di Geologia e Paleontologia di Firenze. Tutto si spiega con la struttura dell’anca, ricostruita al computer. Galileo ha intervistato Lorenzo Rook, uno degli autori dello studio

Un antenato a sorpresa

Si chiama Australopithecus garhi, è un nostro lontano progenitore, ma nessuno aveva previsto l’esistenza di questa nuova specie. Nemmeno Tim White, uno dei massimi esperti di resti ominidi, che lo ha trovato nel deserto di Afar in Etiopia. La scatola cranica ricorda quella delle grandi scimmie, ma i denti assomigliano invece a quelli di specie più evolute. E ad aumentare la sorpresa è stato trovato vicino a fossili di arti che ricordano quelli di Homo. Galileo ha chiesto a Giorgio Manzi, paleoantropologo dell’Università “La Sapienza” di Roma di spiegarci i nuovi scenari aperti da questo straordinario ritrovamento

Le età della discordia

Quando è nato l’Homo sapiens? La questione, ancora aperta, è una di quelle che più appassionano i paleoantropologi. Anche perché stabilire quando la nostra specie ha fatto la sua comparsa sulla Terra è una faccenda che va oltre la semplice curiosità scientifica. Uno dei problemi cruciali è la datazione dei reperti fossili. Le diverse tecniche per stabilire quanto sia antico un reperto vengono via via raffinate e perfezionate. Per questo, a volte, l’origine di Homo sapiens si “sposta” avanti o indietro nel tempo anche di centinaia di migliaia di anni. Con qualche discussione tra gli studiosi

Ecco l’ominide più antico

Una creatura alta un metro e venti, dal cervello poco più grande di quello di una scimmia: è l’ominide più antico che abbia mai camminato sulla terra, tre milioni e seicentomila anni fa. Il suo scheletro fossile quasi completo (la parte sinistra del cranio, due gambe, una tibia, le pelvi e le vertebre) è stato ritrovato in Sudafrica a settembre, nel sito di Sterkfontein, dall’équipe del paleoantropologo Phillip Tobias. Che lo ha chiamato StW573. E la mitica Lucy (che ha circa 3,2 milioni di anni ed è meno completa) perde il suo primato

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