Dalla Luna ai dinosauri, passando per la via Lattea e i neutrini. Nel mondo della scienza, anche le immagini aiutano a capire. Ecco, quindi, grafici, foto e video che raccontano le scoperte scientifiche di questa settimana, le più belle e interessanti che abbiamo voluto condividere con voi.
A dir poco emozionante. Una simulazione, appena messa a punto dalla Nasa e dall’Arizona State University, ci fa rivivere gli ultimi 3 minuti di pura tensione prima dello storico sbarco sulla Luna. Servendosi delle immagini riprese dalla sonda Lunar Reconnaissance Orbiter, i ricercatori sono riusciti a ricostruire il paesaggio lunare così come lo hanno visto 50 anni fa Neil Armstrong e Buzz Aldrin a bordo della Eagle.
Per la caccia ai neutrini, IceCube diventa ancora più potente. Il più grande rilevatore di particelle al mondo situato tra i ghiacci dell’Antartide, infatti, otterrà un importante upgrade: la Us National Science Foundation (Nsf) e altre istituzioni di ricerca tedesche finanzieranno il progetto di aggiornamento per un totale di 40 milioni di dollari americani. Lo scopo? Installare un maggior numero di sensori di luce per catturare le tracce lasciate dai neutrini provenienti dallo Spazio, e sperare così di avere nuove e preziose informazioni sulle proprietà di queste particelle.
Grazie a un innovativo dispositivo, chiamato 7Tesla (Seven Tesla Mri), i ricercatori del Massachusetts General Hospital sono riusciti a effettuare una risonanza magnetica durata ben 100 ore, regalandoci così immagini e video in del cervello umano con dettagli mai visti fino ad ora.
Una tabella di colori. È questa la mappa 3D che mostra la distribuzione e le distanze di 150 milioni di stelle nella Via Lattea, realizzata utilizzando i dati provenienti della sonda Gaia dell’Agenzia spaziale europea (Esa), in combinazione con osservazioni a infrarossi e ottici dei telescopi sulla Terra. I ricercatori hanno misurato due parametri:la temperatura superficiale e l’estinzione, ossia l’assorbimento e la dispersione della radiazione elettromagnetica a opera dei gas e delle polveri che si trovano tra noi e le stelle.
Si chiama Aquilarhinus palimentus ed è una nuova specie appartenente alla famiglia degli Hadrosauridae, che vivevano nel Texas circa 80 milioni di anni fa. Questo dinosauro, spiegano gli autori della ricerca pubblicata sul Journal of Systematic Palaeontology, ha una peculiarità: a differenza degli altri Hadrosauridae le cui mascelle si chiudevano formando una “U”, quelle di Aquilarhinus palimentus formavano invece una “W”, ed erano quindi più piatte e ampie. Una caratteristica, spiegano i ricercatori, che potrebbe essere stata fondamentale in zone paludose, nelle quali il dinosauro per nutrirsi strappava radici e vegetazione sul fondo dell’antico delta di un fiume.
Coltivare il benessere psicologico per una delle categorie più stressate d’Italia, gli universitari: il programma…
No, non è per via degli effetti collaterali. Si tratta di una decisione aziendale dovuta…
Un viaggio attorno alla porzione di spazio-tempo più buia e misteriosa che conosciamo, fino ad…
Un gruppo di fisici dell’Università di Trieste (e di altri istituti) ha proposto una sorta…
Il colosso farmaceutico Johnson & Johnson pagherà 6,5 miliardi di dollari per chiudere le cause…
Si tratta di una patologia rara e difficile da trattare. Colpisce prevalentemente gli uomini e…
Questo sito o gli strumenti di terze parti in esso integrati trattano dati personali (es. dati di navigazione o indirizzi IP) e fanno uso di cookie o altri identificatori necessari per il funzionamento e per il raggiungimento delle finalità descritte nella cookie policy.
Leggi di più